Le ombre e gli intrighi internazionali del mandato politico di Napolitano

Giorgio Napolitano, da poco scomparso, è stato incensato da tutti i media mainstream. Napolitano, definito da Henry Kissinger “il suo comunista preferito”, l’unico comunista a cui durante la guerra fredda permisero di entrare negli Stati Uniti, di ricevere il visto. Napolitano a cui fu concesso di andare negli Stati Uniti proprio nei giorni del sequestro Moro in Italia. Napolitano è stato anche colui che si è reso responsabile del commissariamento dell’Italia da parte del cartello finanziario internazionale, prima con l’incarico a Monti nel 2011 e poi a seguire con l’incarico ad Enrico Letta.

C’è la sua firma dietro a quelle misure come il MES, come il Fiscal Compact, come il pareggio di bilancio in Costituzione che di fatto hanno travasato le nostre sovranità dal popolo o al cartello finanziario internazionale, ma è proprio su quello che è stato definito il golpe bianco del 2011 che io vorrei evidenziare il ruolo avuto da Giorgio Napolitano in tutte le fasi che hanno portato al commissariamento del nostro Paese in quel delicato periodo. Partiamo infatti dal 3 settembre del 2011 quando si svolge a Cernobbio il forum Ambrosetti. Napolitano interviene in videoconferenza e dice “vorrei salutare cordialmente l’amico Monti presente in sala”.

Si tratta in quel caso della strizzatina d’occhio del Presidente della Repubblica Napolitano a quei poteri forti che gli hanno cominciato a chiedere di fare il possibile per sostituire Berlusconi con Monti. Il 20 ottobre infatti è Angela Merkel che telefona a Giorgio Napolitano per dirgli che lei deve fare tutto quanto in suo potere, perché il governo promuove delle riforme più aggressive in Italia. E infatti Giorgio Napolitano, in linea con quanto gli era stato chiesto dalla Merkel, non firma il 26 ottobre il decreto con le misure richieste dall’Unione Europea perché vuole delle misure più aggressive, come mettere mano all’articolo 18 dello statuto dei lavoratori.

Quindi manda Berlusconi a Cannes al G20 a mani vuote ed è proprio a Cannes nel 2011 durante il G20 che si consuma l’attacco contro il nostro Paese. Pensate che Timothy Geithner, segretario del tesoro degli Stati Uniti d’America, confesserà qualche tempo dopo in un suo libro che addirittura le cancellerie europee chiamarono in America per avere supporto per fare fuori un governo italiano, un governo democraticamente eletto dai cittadini. L‘ex premier spagnolo Zapatero, testimone oculare di quanto avvenne in quelle stanze a Cannes, dichiarerà addirittura che fu organizzato un vero e proprio attacco contro Silvio Berlusconi.