È uno spettacolo da Serie A il “San Nicola” stracolmo, il viatico migliore per un Bari che ha a disposizione il 66 per cento periodico di possibilità di promozione nella massima categoria. In effetti, va in scena il tipo di partita che fa comodo agli uomini di Mignani: piuttosto bloccata, a tratti stagnante, con il pubblico barese che a ogni giro di lancetta trattiene il fiato perché il tempo che in effetti trascorre sembra moltiplicarsi negli stati d’animo di chi A-spetta, con la maiuscola, da una vita. 

Nel frattempo, in quel di Reggio Emilia il Verona utilizza il primo tempo per incanalare in modo deciso lo spareggio per la permanenza nella massima categoria: Faraoni subito per il vantaggio scaligero, temporaneo pareggio di Ampadu, poi un doppio Ngonge mattatore: quando tornano nello spogliatoio per l’intervallo, gli uomini di Zaffaroni si sentono “tornati” in Serie A con un piede e mezzo. 

Intanto, a Bari Ranieri aumenta la trazione anteriore e il Cagliari aumenta il possesso palla, ma il risultato resta inchiodato sullo 0 – 0 e la A sempre più all’ancora nel porto del capoluogo pugliese. 

Sussulti liguri a Reggio Emilia: Faraoni lascia il Verona in dieci per un fallo di mano con il quale evita il secondo gol dello Spezia; rigore ed errore fanno rima nell’esecuzione pretenziosa e debole di Nzola. 

Dopo sei minuti di recupero e dodici anni di assenza, sotto la pioggia battente il Bari sta per ritrovare la categoria regina ma…Pavoletti diventa Gerd Mueller, a un pugno di minuti dal suo ingresso. Zuzek impietrito, lo stadio di più. Un brivido ancora, poi le lacrime di Claudio Ranieri sublimano la pioggia che stende su Bari il velo umido della delusione. 

Poco dopo, arriva anche l’altro verdetto. Tra vibrazioni emotive e frustrazione spezzina a base di entrate un po’ più che ruvide, Verona celebra la sua permanenz – A.