Dopo la nuova penalizzazione, il crollo. La Juventus viene demolita dall’Empoli in una partita dove, inizio a parte, non c’è mai stata storia: al Castellani finisce 4-1, con la banda di Zanetti che banchetta sui resti di una squadra slegata, depressa e spaccata. Reparti che non dialogano, interpreti sbagliati, in panchina poche idee ma molto, molto confuse (emblematico, sotto 3 a 1, l’ingresso di Rugani per un disastroso Alex Sandro). Dopo un inizio pimpante della Juve, con Milik che centra una traversa e Gatti che si vede annullare un gol, l’Empoli passa su rigore con Caputo. Poi, prima dell’intervallo, il raddoppio di Luperto. Al rientro dagli spogliatoi ci si aspetterebbe una Vecchia Signora battagliera, e invece Sandro si fa scippare da Akpa Akpro che torna in mezzo da Caputo: scavino su Szczesny e 3-0. A rendere meno amara la serata il primo gol in Serie A di Federico Chiesa, ma poi è Piccoli che nel recupero ridicolizza ancora una volta la retroguardia bianconera chiudendo la sfida sul 4-1. Ogni residua speranza di Champions si infrange di fronte a una prestazione non all’altezza e sotto il peso di una penalizzazione che, visto quanto fatto in campo, rischia di diventare persino un alibi per giustificare una stagione ampiamente deludente.