Continuo a vedere critiche molto pesanti al governo sulla questione della gestione dei migranti. Vladimiro Zagrebelsky su La Stampa scrive un articolo dal titolo “la vergogna dei porti sicuri, la trappola del decreto sulle ONG“. Di nuovo si attacca questo governo che sarebbe contro l’accoglienza di massa. Oggi è arrivata l’ennesima nave delle ONG ad Ancona e i migranti sono sbarcati e sono stati accolti come sempre, quindi dove sta il problema?

Se c’è una cosa giusta e sacrosanta che dovrebbe interessarci tutti è quella di limitare le partenze, che non vuol dire sparare sulla gente o lasciare le persone in mare. Impedire che la gente parta non significa tenerla prigioniera in un lager libico, significa lavorare con i paesi di origine, lavorare a livello europeo per fare in modo che queste persone non siano costrette a partire. Intanto sono aumentati gli sbarchi questo mese e io non capisco le critiche perché se da un lato si critica il governo, dall’altro si fa notare che stanno aumentando gli sbarchi. Se non si agisce per bloccare le partenze, o si fanno i blocchi navali o il flusso naturale degli sbarchi continua.

Ieri è stato presentato un report da Arci che ha deciso di raccontare la storia di quelli che guidano i “barchini” che arrivano in Italia. Alcune di queste sono persone che vengono messe alla guida, ma sono migranti come gli altri. Ieri ho avuto un colloquio con il Ministro dell’Interno Piantedosi che ha annunciato un intervento per le stazioni. In queste ore partiranno una serie di interventi per mettere in sicurezza le stazioni. A Milano per esempio, la situazione è impressionante tra risse e attacchi quotidiani, e Roma non è certo meglio. L’operazione frutto di confronto con i sindaci prevede un importante impegno di uomini e ci sarà un primo intervento di identificazione per vedere se ci sono clandestini.

Sui migranti il ministro Piantedosi spiega due cose, io gli ho chiesto direttamente “farete questo benedetto blocco navale?” e la rispota del Ministro è stata “Abbiamo tante cose da fare per evitare di arrivare a questo“. Quindi per adesso il blocco navale non si fa. Il governo ha in mente soluzioni ragionevoli a lungo termine. Per prima cosa andranno Piantedosi e Tajani a fare una serie di incontri con Paesi come Tunisia e Turchia dai quali ci sono maggiori partenze e poi ci sarà un serio intervento di interlocuzione con la Libia. Si tenterà di formare le autorità locali, promette il Ministro che ci sarà attenzione sui centri di detenzione in Libia, e l’impegno però è quello di fermare le partenze. Bisogna lavorare molto con africani e asiatici, perché se guardiamo la composizione dei flussi le cose sono molto cambiate. Per questo una trattativa è stata aperta anche con il Bangladesh.