Scoppia la bagarre alla Camera: Donzelli punge il PD su Cospito ▷ L’intervento che ha scatenato la polemica

Il 12 gennaio 2023 – è questo quello che riguarda anche quest’Aula – non è l’unico incontro che ha avuto Cospito. Il 12 gennaio 2023, mentre parlava con i mafiosi Cospito incontrava anche i parlamentari Serracchiani, Verini, Lai e Orlando, che andavano a incoraggiarlo nella battaglia!
Scoppia la tensione in Aula: nel corso della seduta odierna, che avrebbe dovuto trattare l’Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali. Il focus però non è potuto che andare su Cospito e il 41 bis, temi che tengono particolarmente banco in questi giorni. Temi sui quali il deputato di FDI Giovanni Donzelli fa fuoco e fiamme con quest’ultima affermazione, che suscita lo sdegno dell’ala sinistra del Parlamento.
Pronta la replica del deputato Dem Provenzano (“Si vergogni“), mentre Giachetti discute con il Vicepresidente Mulè la pertinenza dell’onorevole di FDI.

L’intervento integrale di Donzelli

“Tra i vari punti dell’articolo 1 c’è la lettera e), se non sbaglio, che è quella specifica della verifica dell’attuazione del 41-bis. Credo sia importante parlarne oggi perché è utile ricordare che i mafiosi, in fin dei conti, non temono il carcere, perché qualche giorno, qualche mese, qualche anno di carcere, alla fine, per un mafioso è un’affermazione sociale, è quasi una medaglia nella lotta di strada per dimostrare la propria contrarietà allo Stato. Un mafioso non teme fino in fondo il carcere perché dal carcere continua a gestire i propri affari. I mafiosi hanno il terrore del 41-bis perché il 41-bis è quello strumento che impedisce al mafioso di controllare il territorio (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d’Italia), è quello strumento che fa venire al mafioso la paura di essere scalato nel proprio clan, è quello strumento che fa venire al mafioso la certezza che lo Stato ha vinto e che è utile consegnarsi, collaborare, pentirsi e redimersi.

È lo strumento utile per combattere la mafia. E la mafia lo sa così tanto che sono decenni che prova in tutti i modi strade, a volte con le buone, a volte con le cattive, per far cambiare idea allo Stato. Lo Stato finora non ha cambiato idea.

C’è una nuova strada che sta tentando la mafia per fare cedere lo Stato sul 41-bis, un nuovo personaggio, un influencer che sta utilizzando per questo strumento, ed è il terrorista Cospito che sta utilizzando la mafia in questo momento per far cedere lo Stato sul 41-bis. Non sto citando fonti particolarmente faziose di destra, sto citando la Repubblica di oggi, in cui riportano le parole di Cospito, che dice: non sto facendo la battaglia per me, ma per abolire il 41-bis per tutti i mafiosi e tutti i terroristi.

Non lo dice Donzelli, mi dispiace che qualcuno nel PD si lamenti, lo dice Cospito su la Repubblica. E che Cospito sia un terrorista, anche qui, non lo dice Donzelli, non lo dice soltanto la giustizia italiana, ma lo diceva lo stesso Cospito, quando ha fatto arrivare dal carcere, quando non era al 41-bis, all’assemblea di Bologna del 9 giugno 2019, un contributo pubblico, pubblicato poi il 13 giugno 2019 sul sito autistici.org, in cui dice testualmente: non riesco proprio a leggere come infamanti le accuse di terrorismo.

La mia ferma convinzione è che la rivoluzione, parola altisonante, la può fare solo chi ha il diavolo in corpo, e chi ha il diavolo in corpo non ha paura della parola terrorismo, perché desidera che tutte le forze e i potenti vivano nel terrore. Questo diceva Cospito, che è un terrorista, e lo rivendicava con orgoglio dal carcere.

Ma perché dico che è uno strumento della mafia? Non solo perché lo dice Cospito. Perché, come si può vedere dai documenti che sono presenti al Ministero della Giustizia, il 28 dicembre 2022, poche settimane fa, Cospito ha avuto un confronto, mentre passava da un ramo all’altro del *penitenziario, con Francesco Presta, killer di rara freddezza, uno che ha messo in proprio una ‘ndrina, che si è messo da solo, un boss della ‘ndrangheta. E Presta lo esortava: devi mantenere l’andamento, vai avanti. E Cospito rispondeva: fuori non si stanno muovendo solo gli anarchici, ma anche altre associazioni. Adesso vediamo che succede a Roma. E il ‘ndranghetista: sarebbe importante che la questione arrivasse a livello europeo e magari ci levassero l’ergastolo ostativo. Questo è Cospito! Ma non basta: pochi giorni fa – e arrivo a concludere – il 12 gennaio 2023, sempre nella casa circondariale di Sassari, Cospito faceva altri incontri, mentre si spostava per andare a parlare, credo, con l’avvocato. Parlava con Francesco Di Maio, del clan dei Casalesi. Era il turno dei Casalesi di incoraggiare Cospito ad andare avanti, pochi giorni fa. Diceva il boss dei Casalesi: pezzetto dopo pezzetto, si arriverà al risultato,che sarebbe l’abolizione del 41-bis. E poi dopo andava avanti e rispondeva Cospito: deve essere una lotta contro il regime 41-bis e contro l’ergastolo ostativo, non deve essere una lotta solo per me. Per me, noi al 41-bis siamo tutti uguali. Questi i colloqui tra i mafiosi e Cospito, questo il 12 gennaio 2023.

Il 12 gennaio 2023 – è questo quello che riguarda anche quest’Aula – non è l’unico incontro che ha avuto Cospito. Il 12 gennaio 2023, mentre parlava con i mafiosi Cospito incontrava anche i parlamentari Serracchiani, Verini, Lai e Orlando, che andavano a incoraggiarlo nella battaglia!
Allora, voglio sapere, Presidente, se questa sinistra sta dalla parte dello Stato o dei terroristi con la mafia! Lo vogliamo sapere in quest’Aula oggi!”