Divisi dai dubbi della Banca Centrale europea, i ministri dell’Energia dell’Unione Europea tornano a riunirsi per provare ad adottare il tetto al prezzo del gas. In questi mesi è emersa tutta l’incompetenza dell’Europa, che non è stata in grado di trovare una linea comune sulla proposta del meccanismo di attivare e disattivare per impedire dei picchi di prezzo. Ursula von der Leyen raccoglie l’allarme dell’Agenzia internazionale dell’energia sulle scorte di gas per l’inverno 2023-2024. Nelle stime, nonostante le contromisure prese, il potenziale divario tra domanda e offerta di gas dell’Unione europea potrebbe raggiungere i 27 miliardi di metri cubi. In assenza delle forniture russe, per colmare il divario, l’AIE propone di fare leva sull’efficienza energetica, per esempio con incentivi fiscali per l’elettrificazione.

Per quanto riguarda il nostro Paese si parla di riforma del mercato elettrico con una proposta da parte di Confindustria che si pone l’obiettivo di realizzare una piattaforma di mercato per lo sviluppo della produzione rinnovabile in grado di separarne il valore dai costi del gas. Alla vigilia del Consiglio UE dei ministri dell’Energia, difficilmente la risposta a queste sfide verrà da una misura di breve periodo, come il tetto ai prezzi. La proposta di cap circolata in queste settimane, quindi, è tale da renderne non semplice l’attivazione. Segno che a Bruxelles vi è una preoccupazione per gli effetti del tetto sulla sicurezza energetica, la formazione dei segnali di prezzo e la liquidità del mercato.

Queste notizie tratte dai quotidiani economici, come per esempio Milano Finanza, ci fanno capire come gli industriali siano estremamente preoccupati. Ma io l’altro giorno ero a Ferrara a pranzo con un imprenditore del settore alimentare e mi raccontava una situazione drammatica di cui il mondo politico forse non si rende conto. Cioè qui non stanno capendo che non è soltanto un problema di riscaldare le case, ma anche un problema di chiudere le fabbriche. Ci sono imprenditori che non ce la fanno più. Ci sono imprenditori che in tutti i settori energivori stanno pensando che sia meglio ridurre i turni, limitare i costi. Ma purtroppo quel tipo di strategia alla lunga può portare alla chiusura dell’intera azienda.

Buona economia umanistica.

Malvezzi Quotidiani – Comprendere l’Economia Umanistica con Valerio Malvezzi