Chi parla di fuoco di paglia inizia a vacillare. Ma non sono semplicemente i sei gol segnati all’Ajax la risposta di un successo che nessuno si aspettava: il cantiere Napoli è iniziato molto tempo addietro, tra le critiche, “nel letame”, per prendere in prestito le parole da De André. Spogliato di Koulibaly, Mertens, Insigne; adornato da perfetti sconosciuti (ad Agosto lo erano) e destinato a vivere una stagione nall’anonimato: la stragrande maggioranza degli addetti ai lavori e dei tifosi così prospettava il destino. Così non è andata e probabilmente non andrà, anzi.
Primi in campionato e a pieno ritmo in Champions; la platea azzurra vive un sogno da cui non vuole svegliarsi anche per la campagna acquisti di un signore che si chiama Cristiano Giuntoli (ambito dalla Juventus) e che tramite la secolarizzazione degli dei (a partire da Koulibaly) ha costruito la fortuna di Spalletti, che sopra ci ha messo intuizioni e bel gioco.

Non sono stati gli Higuain, gli Insigne, i Reina a far rivedere le stelle a Partenope; ci possono riuscire i Kim, gli Anguissa, gli Kvaratskhelia. Forse proprio perché non brillano di luce propria mettendo in ombra lo scudetto che sta sul petto. Tutti insieme partecipano a una luce che si fa più brillante nelle notti di Champions e che difficilmente pare possa essere spenta anche stavolta. Il dejà vu che a gennaio suonava la sveglia al popolo azzurro sembra un incubo lontano con questo gioco e con questo entusiasmo, ma l’alchimia va mantenuta, Osimhen permettendo.
Proprio il nigeriano in rientro dovrà stare attento a non rubare questa luce rischiando di spegnere un meccanismo ben oliato e che in questo mese ha fatto il miracolo di non far sentire la sua mancanza.

L’analisi degli esperti a ‘Radio Radio lo Sport’.