Molto spesso c’è una grande confusione della scienza che va in televisione (e dei debunker tornati in grande attività in queste ore). Parlano genericamente di “protezione“, termine che, quando parliamo di vaccini, è appunto generico al massimo e induce ad errore.
I vaccini infatti offrono ben 2 tipi distinti di protezione: i più completi proteggono sia dalla malattia che dall’infezione. Quest’ultima è il semplice contagio che, se subìto, non implica il fatto di stare male: i vaccini completi impediscono difatti pure il contagio, e non solo la malattia (per info chiedere agli infetti con ben 4 dosi).
Dove sta dunque la gravità delle affermazioni di Janine Small, che rispondendo all’eurodeputato Rob Roos come rappresentante di Pfizer, ha affermato ridendo: “Testati contro il contagio? Ma si figuri! Noi siamo andati al passo della scienza“?

Che è vero: sul contagio quei sieri non incidono. Ma leggi che hanno segregato persone e impedito l’accesso a locali pubblici non affermavano questa verità che, per bocca dei vertici di Pfizer, esce esplicitamente solo adesso.

Ovviamente nulla succede. Tutto si dice, niente si muove. Anzi, la sostituta di Albert Bourla alla convocazione del Parlamento Europeo si fa pure una sana risata su una verità che è innegabile ed è scritta su centinaia di fogli di giornale: milioni di persone sono state inizialmente convinte dai sieri perché veniva ripetuto a tambur battente che impedivano il contagio.
Poi la ritrattazione nei mesi successivi, con demonizzazioni e risate su chi lo faceva notare che quasi suggerivano la non esistenza nella storia di vaccini che proteggono dal contagio (e non solo dalla malattia).

L’elefante nella stanza

Ma il focus va messo anche su Ema e Aifa, perché loro i dati li hanno letti molto bene, allora di chi è la colpa di tutto quello che è successo? Perché qui bisogna iniziare a mettere le cose a fuoco per quello che sono“.
A parlare è il medico sospeso Vanni Frajese: “Chi è che ha preso in giro la popolazione? Sono stati i politici? Sicuramente, ma sulla base di quello che veniva detto da Aifa e Ema, da cui quegli studi erano stati letti“.

Analizziamo la questione con il vicedirettore Francesco Borgonovo e Maddalena Loy, giornalisti de La Verità.