Siamo in piena emergenza gas, servono dei provvedimenti immediati per frenare l’aumento dei prezzi. C’è chi propone un tetto al gas come sta facendo la Spagna ma anche chi propone di disancorare il prezzo del gas da quello dell’energia. Il governo uscente si dovrebbe limitare solo agli “affari correnti” ma la situazione necessita di una risoluzione che non può aspettare il prossimo insediamento. Il 9 settembre, al vertice straordinario sul prezzo dell’energia, Draghi ribadirà con forza la necessità di porre un tetto al prezzo del gas russo.

Secondo il Senatore Adolfo Urso (Fratelli d’Italia), presidente del COPASIR: “Al più presto il nuovo governo può entrare in attività ai primi di novembre. Possono, le imprese e le famiglie italiane, aspettare altri 70 giorni? Questo governo non solo ha il diritto e il dovere di intervenire ma va anche sollecitato. Noi abbiamo anche indicato gli strumenti di intervento. Il primo è nazionale: un decreto legge (urgente e necessario) per fronteggiare l’emergenza compensando le perdite di imprese e famiglie senza realizzare uno scostamento di bilancio. Lo si può fare con le maggiori entrate fiscali che si sono accertate. Nel contempo al vertice europeo sull’energia (che avrà luogo il 9 settembre) noi incalziamo il nostro Governo affinché chieda all’Europa i due interventi necessari: il primo è un tetto al prezzo del gas e il secondo è il disaccoppiamento tra il prezzo dell’energia e il prezzo del gas. Il disaccoppiamento è assolutamente necessario oggi, non tra 70-80 giorni”.

Quanto influisce sul caro bollette il ricatto russo?

“Abbiamo due certezze: la prima è che il prezzo dell’energia era aumentato notevolmente già in autunno dello scorso anno, quando ancora nessuno immaginava l’attacco russo all’Ucraina. Il mio comitato, sotto la mia presidenza, si era già accorto del dato anomalo e aveva fatto un’indagine conoscitiva secretata per quattro mesi che poi venne portata all’attenzione del Parlamento con la Relazione sulla sicurezza che è datata e pubblica dal 14 di gennaio (40 giorni prima dell’invasione) e già in quella relazione – a fronte di quello che si stava verificando per la speculazione internazionale e di varie contingenze – noi dicevamo al Governo che occorreva un piano di sicurezza energetica che ci portasse ad affrancarci dalla dipendenza russa e che riducesse da subito la dipendenza dall’est”.

“È chiaro che la Russia ha utilizzato (e non da oggi) l’energia come un fattore di potenza per sottomettere l’Europa ed è chiaro che la sta utilizzando oggi per sfiancarci e costringerci ad arrenderci e a non supportare più la resistenza ucraina. La Russia brucia il gas, e questo è una debolezza. I condotti della Russia sono molto lontani dal mercato asiatico e non ci sono gasdotti che possano arrivare in India o Cina. Questo vuol dire che se l’Europa agisce all’unisono ponendo un tetto al prezzo del gas la Russia non potrà vendere il gas a nessun altro. Di gas al mondo ce n’è in abbondanza, le speculazioni sono dovute alla Russia che brucia il gas e alla piazza olandese che non vuole cedere alle necessità del continente europeo. L’Olanda deve capirlo. Per questo il 9 settembre si deve insistere per ottenere le due misure risolutive per sottrarsi al ricatto russo e alla speculazione internazionale”.