Il Consiglio d’Europa, proponendo il cambio di sesso anche per bambini ad adolescenti, designa un’ulteriore tappa verso la disintegrazione europea. Ciò che viene definito progresso non è altro che l’avanzata del tecno-capitale, produttore di demancipazione nell’atto stesso in cui genera sviluppo e avanzata delle forze del capitale stesso. La spirale tecnocratica dell’Unione Europea si manifesta anche nell’annientamento preordinato delle identità europee.

Annientamento che non è più solo culturale e storico, ma diventa anche naturale, legato al sesso. Il mondo del capitale si pone come un mondo liquido e fluido, ibrido e trasgressivo, un mondo nei cui spazi alienati tutto deve essere disponibile: non ci sono più confini certi e inamovibili.

Sotto questo riguardo il dio Proteo è il dio del capitale contemporaneo, dio della mutazione che annulla ogni identità. L’Unione Europea, decisiva per lo sviluppo del capitale, si spiega anche in questa luce: trionfo del capitale, per molteplici ragioni.

In primo luogo, rappresenta la riorganizzazione verticistica e autoritaria del mondo lavorativo ed economico, a benefico della plutocrazia neo-liberale e contro le classi lavoratrici e i ceti medi.

In secondo luogo, dal punto di vista geopolitico, l’Unione Europea rappresenta la ricollocazione integrale dell’Europa tutta in posizione ancora più subalterna e dominata rispetto alla civiltà del dollaro e al suo imperialismo planetario.

Infine, a proposito del tema di cui ci si occupa, l’Unione Europea garantisce l’avanzata del nichilismo relativista, che si fonda sulla distruzione di ogni identità, compresa quella sessuale. Nemmeno i giovani sono al sicuro, perfino i bambini sono in pericolo.

Dai prospetti e le intenzioni, in origine doveva essere l’Europa di Dante, Goethe, Cervantes e Montaigne, invece, non è altro che un mostro nichilista nutrito dalle conquiste della civiltà e di ogni barlume di umanità.

Il trattamento che è stato riservato alla Grecia, ridotta alla miseria, è simbolicamente evocativo, poiché segnala come l’Europa sta divorando i suoi figli e le sue fondamenta. La Grecia classica, di Platone ed Aristotele, è l’emblema stesso della nostra civiltà. Distruggerla, come l’ordine tecnocratico ha fatto e continua a fare, significa annientare anche le nostre fondamenta e far prevalere la cultura della cancellazione, o meglio, la cancellazione di ogni cultura, fondamento del nichilismo di cui l’Unione Europea è espressione barbara, tragica e terrifica.

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