All’indomani dello strappo di Carlo Calenda dal Partito Democratico, non si sono fatte attendere le reazioni del pantheon politico nostrano, comprese quelle del Centrodestra, a oggi favorito nei sondaggi. Se Giorgia Meloni (Fratelli d’Italia) ha accusato il leader di Azione di “calcoli elettorali”, Antonio Tajani, Coordinatore Nazionale di Forza Italia, è stato ancor più tranchant nel suo giudizio: “Mi sembra di stare su ‘Scherzi A Parte’. Ogni giorno cambiano idea, ogni giorno fanno un accordo differente: non è un messaggio piacevole per i cittadini italiani”.

Eppure, nonostante il clima – almeno in apparenza – propizio, anche il Centrodestra deve fare i conti con qualche seccatura. C’è chi sostiene, per esempio, che “La vera opposizione al Governo di Centrodestra la farà Moody’s“. Quella stessa Moody’s che, nel frattempo, ha già abbassato le prospettive per l’economia italiana. Secondo l’agenzia di rating, infatti, se vincesse il Centrodestra, l’economia del Bel Paese ne risentirebbe in negativo. Ma Tajani non ci sta: “L’Italia è un Paese del G7, protagonista nell’Unione europea, che ha un’economia reale solida e una rete di 4 milioni di piccole e medie imprese, quindi credo che dobbiamo respingere al mittente le accuse. In ogni caso, sono i cittadini italiani a dover scegliere che Governo vogliono”.

E non può mancare il riferimento all’astensionismo. Anche perché sarebbe proprio il Centrodestra a pagarne di più il prezzo. “Soprattutto al secondo turno il nostro elettorato si mobilita di meno, forse per un tema di disaffezione, forse quello del doppio turno è un elettorato diverso, meno irregimentato. Questo è un problema che dovremo porci”.