In un momento particolarmente delicato come quello che stiamo vivendo in questo periodo storico, Fabio Duranti sottolinea l’importanza di un pluralismo di idee che debba necessariamente partire dai principi di liberta, di democrazia e di inclusività. L’editore, invitando Diego Fusaro a dibattere sul tema, sottolinea come allo stesso tempo tali idee non debbano e non possano in alcun modo sfociare in una pretestuosa prerogativa per attaccare il prossimo: “Purtroppo in questo momento, anche dalla parte di chi dovrebbe opporsi al pensiero unico, stiamo vedendo qualche scintillina che non doveva esserci. Potrebbe essere il segnale di un sintomo di immaturità o c’è dell’altro, quasi una progettualità?”. Questo l’interrogativo che Fabio Duranti pone a Diego Fusaro che in diretta durante un giorno speciale risponde puntale:

“Io dico sempre che il neoliberismo deve essere innanzitutto estirpato da noi stessi, quindi la logica competitiva si è impadronita delle nostre anime e ciò appare anche nel fronte di coloro i quali dovrebbero contrastare il neoliberismo e quindi li vediamo molto spesso farsi la guerra tra loro, cercare di far prevalere il proprio io su tutto il resto”. Citando i Promessi Sposi, Fusaro paragona un tale atteggiamento a quello dei capponi di Renzo, i quali mentre vengono portati in pentola si beccano tra loro anziché utilizzare quel tempo per elaborare una strategia corale di salvezza. “Questo avviene anche nel fronte del dissenso” – continua Fusaro – e non parlo che dei migliori, non intendo perdere tempo per quelli che chiamo i giamburrasca del dissenso che sono quelli che in realtà sono del tutto interni alla forma mentis del pensiero dominante e creano semplicemente delle frizioni all’interno di quello che dovrebbe essere un fronte unitario”.

Fusaro sottolinea nuovamente l’esigenza di elaborare un fronte teorico e culturale unitario che pur con le sue sfumature riesca a creare un’unione di intenti e di lotta per delineare una direzione più o meno condivisa. “Tutto questo non è avvenuto probabilmente un po’ per immaturità e in parte per via del trionfo del neoliberismo in coloro i quali dovrebbero contrapporsi ad esso e poi per la presenza di questi giamburrasca che provano a fare goffamente della loro irrilevanza politica uno strumento per manipolare il dissenso in senso funzionale ad ottenere qualche vantaggio”.  

Al fine di edificare anzitutto culturalmente questo fronte del dissenso, ribadisce Fusaro, occorre rimuovere le parti che si oppongono. Citando Hegel occorre negare il negativo per riaffermare una nuova sintesi e il positivo. “Il fronte del dissenso vive questa spaccatura un po’ perché il neoliberismo domina e un po’ perché ci sono questi pierini che fanno del dissenso una comoda poltrona. Occorre andare aldilà di questa logica e ripartire dalla cultura e dall’informazione” conclude il filosofo.