I prezzi delle materie prime sono esplosi nell’ultimo periodo, e la mia grande preoccupazione non è l’inflazione ma la stagflazione, cioè quella situazione nella quale si registra contemporaneamente la crescita dei prezzi e la mancanza di crescita nell’economia reale. L’Italia è, a livello mondiale, il Paese nel quale si registra il maggior livello di ostacoli al fare economia reale, cioè impresa, per una serie di difficoltà di tipo burocratico, normativo e fiscale. Trovate queste cose nelle ricerche di Master Bank Research su dati Banca d’Italia e Istat.

Inoltre, il nostro Paese – chiaramente banco-centrico, cioè legato al circuito finanziario definito indiretto – ha visto nell’ultimo decennio, a seguito delle politiche del rigore, un calo notevole della media dei prestiti concessi alle imprese, fenomeno noto come ‘credit crunch’.

Quello che si sta verificando nel nostro Paese è un momento di stagflazione, cioè di crisi da produzione (quindi incapacità di produrre reddito) e allo stesso tempo aumento dei prezzi per una serie di fattori, che sono però prevalentemente esterni, legati a fenomeni esogeni, prima la pandemia (che solo gli idioti negano abbia avuto un grave impatto economico), poi le recenti vicende belliche.

Il secondo fattore è la restrizione del credito: sta succedendo che i clienti fanno fatica a pagare le fatture perché a loro volta fanno fatica a ricevere i pagamenti, cioè si sta bloccando la liquidità del sistema. Mentre la nostra classe politica si diverte a prendere in giro l’elettorato, facendo i programmi elettorali più demagogici che io abbia visto negli ultimi trent’anni, io vi invito a riflettere su di voi.

Malvezzi Quotidiani – L’Economia Umanistica spiegata bene con Valerio Malvezzi