Sembra che davvero debba seguitare, potenzialmente all’infinito, quella che già nel marzo 2020 appellammo la pandemia del rocchetto o dello yoyo. Essa si caratterizza proprio per il fatto che, come un rocchetto o uno yoyo, avanza e poi ritorna su di sé: dalla fase due si passa poi alla fase uno, ogni volta sembra infatti che tutto stia per finire, che la fase due preluda al termine dell’emergenza quando poi in verità si ritorna ogni volta alla fase uno: quella dell’emergenza acuta con annesse misure molto stringenti.

È quello che ci viene segnalato puntualmente in questo agosto del 2022, allorché i mezzi di informazione (o di manipolazione secondo altri) già ci stanno segnalando che i casi di contagio aumentano e che ci attende un autunno caldo, infernale. Sotto questo riguardo non deve sfuggire la notizia secondo cui è partito, nel Regno Unito, il nuovo vaccino booster bivalente di Moderna. Efficace, leggo su QuotidianoSanità.it, sia sul ceppo originale che contro Omicron. Insomma, nulla di nuovo sotto il sole. L’emergenza infinita presuppone dosi infinite o, come più volte abbiamo detto, la salvezza è sempre una dose più in là. E la salvezza non è un termine impiegato in maniera accidentale. La nuova religione terapeutica che ha sostituito la religione della trascendenza cristiana, è una religione che, di fatto, fa coincidere la salvezza con la salute che poi sarebbe la salvezza del proprio corpo biologico, empirico. La salvezza è sempre una dose più in là perché ogni volta arriva sempre una nuova variante che per definizione è più contagiosa della precedente e ogni volta arriva anche una nuova dose che (per definizione) è provvisoria, in attesa della successiva.

In termini analoghi leggiamo su Repubblica, rotocalco turbo-mondialista nonché gran cassa dell’ordine terapeutico: “Covid, corsa ai vaccini aggiornati contro le varianti, ecco chi farà i richiami in autunno”. Repubblica addirittura non sfugga neppure questo, già dà per scontato che ci saranno richiami e che si tratta a tutti gli effetti di una corsa, quasi come se tutti non attendessero altro che sottoporsi a nuove santissime benedizioni con il siero che produce una salvezza rinviata alla dose successiva. Del resto lo abbiamo detto già da subito: il vaccino, nel nuovo ordine terapeutico e della religione ad esso connessa, figura come una sorta di sacramento, uno che chi non assume è condannato di fatto a patire come negazione ed esclusione. I non benedetti dal santissimo siero sono stati e saranno ancora per lungo tempo avversati per ragioni più che medico-scientifiche, di tipo religioso. Verranno considerati, come già sono stati, alla stregua di pericolosi medici che non credono alla tecnoscienza.

Quello che continua a destare stupore invero, non è che il potere crei l’intollerabile come ha fatto, come sta facendo e come continuerà a fare. A destare meraviglie è invece soprattutto il fatto che il potere continui a produrre soggettività disposte a tollerare l’intollerabile, di più liete e con ebete euforia e stolta letizia, di tollerarlo. Si tratta di processi che con Michel Foucault potremmo chiamare ‘di soggezione e assoggettamento’, cioè di produzione in serie di nuovi soggetti disposti ad accettare tutto perché piegati a una logica illogica, in forza della quale, in nome della salvezza del corpo (della salute dunque) è lecito fare tutto e subire ogni cosa, ogni tipo di compressione delle libertà, dei diritti e di medicalizzazione. Questo è il nuovo ordine terapeutico, quello che abbiamo più volte appellato ‘il leviatano tecno-sanitario’: figura estrema di un capitalismo repressivo che sta davvero mutando se stesso, diventando ogni giorno più invasivo rispetto alle libertà, più foriero in materia di privazione di diritti e libertà.

Radio Attività – Lampi del pensiero quotidiano con Diego Fusaro