“Non accreditiamo al nemico più forza di quanta non ne abbia. Al netto di quello che si può dire degli Ordini dei medici, c’è una progressiva presa di coscienza da parte di molti di noi. Il panorama, rispetto a un anno fa, è sostanzialmente cambiato. Quindi, possiamo accettare il confronto e la battaglia in campo aperto”. Mariano Bizzarri, Professore di Patologia Clinica presso il Dipartimento di Medicina Sperimentale dell’Università Sapienza di Roma, guarda con favore al fermento che sta caratterizzando sempre più medici italiani (e non solo), che decidono di ribellarsi ai dogmi e alle imposizioni provenienti dall’alto (dall’obbligo vaccinale alla mitizzazione dei sieri sperimentali, passando per i diktat delle case farmaceutiche).

La mitizzazione dei vaccini, appunto. O almeno, di ‘certi’ vaccini. “Per quanto riguarda i vaccini – prosegue Bizzarri – dobbiamo uscire dal provincialismo: parliamo sempre di quelli a mRna, ma pensiamo che buona parte del Sudamerica usa il Soberana di Cuba e che l’India ne impiega uno convenzionale ottenuto con virus attenuato, ottenendo per altro risultati di gran lunga superiori ai nostri. La prima domanda è: perché non si parla di questi vaccini? Ricordiamo che quello indiano costa meno di 2 euro, mentre quello della Pfizer tra i 27 e i 28.

Ormai sui sieri se ne sentono di ogni, basti pensare alle recenti inchieste di Report che hanno sollevato il velo di Maya sulle logiche che realmente muovono le big pharma e, spesso, anche i nostri governanti (a Roma come a Bruxelles). A preoccupare Bizzarri, però, è l’intervista rilasciata poco tempo fa al Financial Times da Ugur Sahin. L’amministratore delegato del colosso biotecnologico BioNTech, in quell’occasione, aveva invitato le autorità internazionali ad approvare velocemente i vaccini contro le nuove varianti senza fare i dovuti test perché, a suo dire, cambierebbero, rispetto a quelli vecchi, solo pochi amminoacidi. Il che non rischierebbe di produrre, almeno secondo lui, rilevanti effetti collaterali. “Questa è una bestemmia scientifica – tuona Bizzarri -. La differenza tra un amminoacido e un altro può essere il discrimine tra la vita e la morte. È uno dei punti su cui si deve andare alla guerra fino alla morte perché non esiste che un prodotto venga immesso e sperimentato su centinaia di milioni di persone senza prima aver fatto i test”.

“La ‘Compagnia dell’anello’ deve sapere una cosa: noi abbiamo letto delle guerre e delle rivoluzioni sui libri, ma non possiamo pensare che ciò che abbiamo di fronte sarà, nei prossimi mesi e anni, un percorso indolore. È chiaro che abbiamo un’umanità instupidita dalla televisione, dalle droghe e dal telefonino, ma guardate che ciò che è successo in America con questo pronunciamento della Corte Suprema: ci ricorda che il medico è sacerdote e guerriero al tempo stesso, che l’aborto non è un atto terapeutico come oggi viene spacciato. Se non recuperiamo una visione spirituale non andiamo da nessuna parte. Se non abbiamo valori forti, non possiamo vincere la guerra”.