La fine del Governo Draghi e l’attuale campagna elettorale in vista delle elezioni di settembre getta ombre, come se ce ne fosse bisogno, sui personaggi politici che affollano il nostro Parlamento e che scalpitano per ottenere posizioni di comando. Una situazione che Diego Fusaro conosce bene, e che affonda le sue radici in concetti filosofici antichi che mai come oggi tornano attuali.

“Sulla plancia di comando abbiamo dei tecnici che in realtà sono dei manutengoli dei mercati, che non hanno la cultura politica nemmeno sufficiente per poter governare. E poi abbiamo anche finte opposizioni, abitate da personaggi che aspirano probabilmente a uscire dall’ombra in cui sono sempre stati e quindi cercano in tutti i modi di sgomitare, di farsi invitare, di uscire dall’anonimato, salendo su cavalli più visibili rispetto a loro, ma sempre rimanendo polvere della Storia, polvere sugli stivali della Storia. L’opposizione reale va costruita sul fondamento delle idee”.

Platone nella Repubblica immaginava un Governo in cui a comandare fossero coloro i quali avevano la sapienza e non invece coloro in quali miravano al profitto, che invece occupavano altre sfere all’interno di Kallipolis, la ‘città giusta’. Siamo nella città peggiore, potremmo chiamarla la ‘Kakistopolis’, dove a voler andare al Governo sono loschi figuri che non hanno cultura né formazione e che cercano in tutti i modi di trasformare la politica in fattore di lucro, di libido dominanti”.

“Nulla di nuovo nella Storia. Platone già aveva individuato la figura del tiranno: nel nono libro della Repubblica è delineato magnificamente il tiranno, che in realtà è l’uomo più infelice perché non può fidarsi di nessuno, nemmeno di quelli che gli sono più vicini e che anzi potrebbero cospirare contro di lui, che è animato da un sete di potere e di ricchezza irrefrenabile, e quindi non è mai libero in verità. Quanti piccoli tiranni abbiamo? Perché poi il rischio vero è che dall’uscita dalla caverna si passi al mondo libero, ma che questo mondo libero sia una caverna ancora più opprimente. Un po’ come è avvenuto con i Cinque Stelle“.

“Il nemico credo che ormai abbiamo capito chi sia: è molto facile dire che Mario Draghi o Mario Monti rappresentino la visione dominante, e quindi quella che noi combattiamo, più difficile è capire chi siano gli amici. Molti dei prigionieri all’interno della caverna sono in realtà perfettamente convergenti con l’interesse degli amministratori della caverna“.