Nell’ultima puntata dicevamo: che senso ha continuare a fare surplus di bilancio, tagliando servizi da un quarto di secolo, se il PIL non cresce?

La verità è che il surplus italiano non finanzia la crescita bensì serve a pagare quote di interessi sul debito sempre crescenti. Ma che senso ha continuare a tagliare la spesa, se non ci sono investimenti per la crescita della ricchezza delle famiglie? Il divario della curva tra surplus di bilancio primario cumulato e spesa per interessi cumulata, in un arco di trent’anni, continua a divergere.

Tradotto in termini semplici: è una strada senza uscita quella del rigore e del sacrificio. Si può chiedere ad un popolo di soffrire in modo perenne? Oppure arriva il momento nel quale un dibattito morale dovrebbe dire basta? Siamo un paese senza futuro.

A differenza della retorica che voi trovate sugli organi di informazione, diciamo mainstream – che dice che noi siamo un paese che ha vissuto al di sopra delle proprie possibilità, che noi stiamo male perché non abbiamo fatto (non avremmo fatto) abbastanza riforme – ecco, diversamente da questa retorica, tutte le volte che vi dicono la parola riforma fate un salva con nome e cambiatela con la parola fregatura e allora avrete un’idea di che cosa succede.

Non vi devo convincere, basta guardare il vostro portafoglio alla fine del mese, dopo vent’anni di riforme che sono state tutte fregature. Che senso ha continuare a tagliare la spesa pubblica (come anche pensioni, ospedali, sanità, istruzione, università, servizi) e dall’altra parte bastonare gli imprenditori e i liberi professionisti?

Io ho una scuola che si chiama MasterBANK, dove farò una lezione sulla valutazione finanziaria di azienda, per commercialisti. Parlando con loro mi rendo benissimo conto del fatto che non sanno più, in questo mese soprattutto, da che parte girarsi: gli adempimenti fiscali sono stati moltiplicati, non hanno nemmeno più il tempo di girarsi a vedere che c’è il sole o fare una passeggiata e gli imprenditori sono aggrediti dall’Agenzia delle Entrate e via discorrendo.

È una follia collettiva, perché aver alzato le tasse e aver tagliato la spesa pubblica ha consentito di fare un risparmio che va ad ingrassare le banche. Io sono quasi stufo di ripetervi queste cose, poi a volte qualcuno mi ferma per la strada e mi ringrazia. Mi fa piacere, ma non tanto per il fatto di essere riconosciuto, quanto per il fatto di aver contribuito a dire una verità diversa, poi voi credete a quella che vi piace.

Malvezzi Quotidiani – Comprendere l’Economia Umanistica con Valerio Malvezzi