Sto portando avanti un’iniziativa che avrà luogo il 3 luglio, a Milano, dalle 18:00 ci riuniremo in Largo Guido Donegani nei pressi del consolato americano per un flash mob in onore di Julian Assange perché il 3 luglio è il giorno del suo compleanno ma soprattutto per dire di no alla sua estradizione in America. Una misura che sta per concretizzarsi contro di lui, una misura criminale nei suoi confronti e nei confronti della libera informazione. Sarebbe il funerale della libertà di informazione. Dobbiamo far sentire la nostra voce, essere compatti e fare qualcosa di concreto.

Sappiamo che sono gli inglesi che devono materialmente prendere la decisione di estradare Assange ma sono gli americani a muovere le fila. Credo che questa sia un’iniziativa molto forte, anche un modo un pò per contarci e chi è disposto a scendere in piazza con il caldo, tra Roma e Milano, in onore della libera informazione. Vediamo quanti di questi partiti sovranisti che non sono stati chiamati in causa in prima persona. Nel senso che non ci saranno bandiere di partito, vediamo quanto sono disposti pur non mettendo il cappello personale e politico sull’iniziativa, sono invece disposti a inviare i propri delegati in onore del giornalista che rischia l’estradizione e la vita.

Assange lo vogliono più morto che vivo, questo senza dubbio, tant’è vero che lui stesso è stato uno dei primi a dire ‘piuttosto mi faccio trovare morto ma non mi farò mai estradare negli Stati Uniti’. Loro cosa hanno fatto? Stanno organizzando l’estradizione negli Stati Uniti, proprio per indurre anche un gesto estremo da parte del noto giornalista. Dobbiamo fare in modo di scongiurare tutto questo, dobbiamo sensibilizzare l’opinione pubblica e far capire che è impensabile che un giornalista venga punito per aver fatto in maniera eccelsa il suo mestiere cioè per avere smascherato dei criminali e degli atti terroristici che sono stati portati avanti anche dagli Stati Uniti d’America. Invece di punire chi ha compiuto quegli atti, si sta punendo chi li ha denunciati.

Tutto questo è inaccettabile in una democrazia e in Occidente, in paesi che si intendono civili. Poi attacchiamo Putin e la Russia dicendo che lì i giornalisti dissidenti stanno facendo una brutta fine ma qual è la fine che stanno facendo fare ad Assange? Lo stanno torturando, nel vero senso della parola, da molti anni. È arrivato il momento di fare un’azione concreta, a me non interessa se andrò fuori al consolato americano e saremo in dieci o in trenta, cominciamo a piccole gocce: partirò da Napoli fino ad arrivare a Milano e accoglierò tutte le persone a cui l’ho comunicato: alle 18:00 saremo a via Largo Guido Donegani con tutti gli amici che vorranno esprimere solidarietà ad Assange, fargli gli auguri virtualmente e dire di no alla sua estradizione.

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