Purtroppo pare che non ci siano più i tempi tecnici per realizzare quello che era un mio sogno: vedere tutti i partiti della galassia sovranista, tutti movimenti del dissenso a questo sistema, uniti in un unica sigla alle elezioni di settembre 2022.

In realtà non ci sono neanche dei veri e propri colpevoli per questa mancata unione. La fretta di depositare le liste per iniziare la titanica impresa della raccolta delle firme ha colto, ovviamente, tutti di sorpresa. Quindi quelle sigle minori che avevano già iniziato un percorso comune sono riuscite a consolidare questa unione, per altri invece sarebbe stato un suicidio politico rinunciare a dei brand politici già consolidati nel tempo (già conosciuti) – addirittura qualcuno è già oltre la soglia di sbarramento – per entrare in una coali

zione che avrebbe triplicato quella soglia o addirittura creare una nuova sigla ex novo, dove mettere tutti insieme. Tutto questo non era ovviamente per qualcuno fattibile e neanche consigliabile a due mesi dalle elezioni.

Questo non deve farci perdere la speranza. Non deve perderla neanche chi – come me e come tanti altri colleghi – si è battuto in questi mesi per l’unità di tutti i movimenti. Anzi, facendo appello al detto maoista, ora dobbiamo marciare separati per colpire uniti dall’interno. È all’interno infatti che dobbiamo creare un fronte comune quando si tratterà di ostacolare le leggi liberticide o quando si tratterà di denunciare agli italiani quello che il sistema sta provando a fare dall’interno contro il popolo italiano: è lì che si vedrà la vera unità.

L’unità a scopo elettorale può anche essere una unità che qualcuno ha per interesse – perché magari non è in grado da solo di raggiungere la soglia di sbarramento – ma dove si andrà a vedere invece chi davvero ha uno spirito unitario, chi davvero mette davanti a tutto l’interesse ed il bene comune, lo possiamo vedere bene dall’interno: ossia tra tutti quelli che avranno accesso al Parlamento e che poi dovranno unirsi in battaglie comuni.

Faccio quindi un in bocca al lupo a tutti gli amici – delle diverse sigle, dei diversi partiti, dei diversi contenitori – che si sono schierati in questi anni (e quindi anche alle prossime elezioni) dalla parte giusta della trincea e, permettetemi di dire, dalla parte giusta della storia. Ad Maiora, io preferisco non comunicare ancora qual è stata la mia scelta personale, perché se esiste una minima possibilità di arrivare in extremis ad una unione di tutti, io voglio continuare a lavorare fino all’ultimo in quella direzione.

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