Ospite di “Mezz’ora in più” di Lucia Annunziata su Rai 3, il ministro della Pubblica Amministrazione Brunetta ha detto di essere rimasto amareggiato dagli attacchi personali ricevuti dopo la sua uscita da Forza Italia: “E’ una vita che vengo violentato per la mia altezza, o bassezza. Mi dicono ‘tappo o nano’, ho sofferto per questo e continuo a soffrire, ma ho le spalle larghe”.

Come ricorda Fabio Duranti: “Brunetta ha un problema fisico che non è giusto sottolineare, noi non lo abbiamo mai fatto e mai lo faremo. Ma è lui quello che lo fa per primo. Dall’alto del suo potere si è macchiato di bullismo: se l’è presa con i poliziotti qualche anno fa dicendo ‘basta poliziotti panzoni'”.

Come conferma lo stesso Brunetta, egli ha sofferto per la sua condizione e continua a soffrire l’astio che gli dimostra il mondo. Questo ispira una riflessione: un politico che ha “conti in sospeso” con la società può svolgere il suo lavoro al meglio? Questi problemi potrebbero intaccare il normale svolgimento della sua funzione? “Il politico dovrebbe essere una persona che ha una sorta di competenza di base molto allargata (quindi ha una grande cultura generale), una persona brillante che possa comprendere e che poi si circondi di consulenti per i casi specifici, assolutamente affidabili e fuori dai conflitti di interessi. Una persona che non ha conti aperti con la società, nel caso li abbia andrebbe difesa, accudita, ma nel momento in cui gli si da potere succede un disastro.

In un’altra uscita infelice, Brunetta ha snocciolato, davanti alla platea di Linkontro NielsenIQ 2021, un discorso atto a dimostrare quanto il Green Pass fosse “una misura geniale”. Un discorso che ha sbalordito per i suoi toni sopra le righe, soprattutto su un argomento così delicato.

“Se lui questa rabbia per la sua condizione la riversa sui cittadini, questo cambia la situazione. Non puoi offendere milioni di persone, addirittura istigando pubblicamente, davanti ad un consesso congressuale, l’odio nei confronti di chi non si vaccinava con l’indicazione di ‘ficcare’ i cotton fioc nel naso, di fargli male e provocare un dolore fisico e uno economico perché costavano 50 euro. Lui si è andato a lamentare su Repubblica perché lo chiamano ‘nano’, dice che gli fa male, ma a noi non facevano male i tamponi? Tu hai incitato la violenza fisica nel corpo, per spingermi a fare una puntura che non volevo fare. Io mi auguro di non vedere più in Parlamento questa gente”.

L’intervento di Fabio Duranti.