In un’Italia senz’acqua, dove l’agricoltura è in ginocchio, dove si promuovono dibattiti sulle varianti Omicron e sulla possibilità quindi di ricominciare all’insegna dei nuovi vaccini. In un’Italia che sragiona sull’acquisto di armi da inviare all’Ucraina nella speranza di costruire la pace e intanto comunque compriamo sempre gas, sempre più gas, dalla Russia perché non ne possiamo fare a meno. In una Italia che parla di sovranità energica ma ha rinunciato alla sovranità monetaria. In un’Europa che è sempre più distante dai problemi reali della piccola impresa, di chi è indebitato e non riesce a far fronte alle varie problematiche della crisi. Di che che cosa si dibatte? Del progetto di Di Maio, della scissione tra Di Maio e il Movimento 5 Stelle.

È una cosa che veramente indicizza la politica, lo stato di salute di una politica che è assolutamente lontana dalla gente, del resto il movimento era nato per intercettare ciò che la gente lamentava, ciò che la gente percepiva come un problema reale come un suo problema reale, bene si è sfaldato, si è sfaldato perché il Movimento 5 Stelle è una truffa elettorale e ha smentito completamente quello che era il suo mandato elettorale, la sua visione politica, per quanto sgangherata ma almeno aveva dentro un karma popolare, un sentimento popolare, che adesso vien rinnegato dai due contendenti: uno è Di Maio che è ormai un poltronaro fatto e finito, e l’altro è Conte un personaggio assurdo, camaleontico a tal punto da continuare ad arrivare allo stesso colore di partenza e ricambiarlo nuovamente.

Ma la cosa grave, come dicevo prima, è che questa truffa elettorale, questa truffa ideologica avviene sotto lo sguardo del capo dello Stato che non ha detto nulla ha partecipato in termini politici, perché nel momento in cui stai zitto partecipi alla scomposizione di un partito, o meglio di una forza politica (che è la prima forza politica parlamentare) che si scinde per votare la stessa cosa in parlamento, assurdo. Non è che un capo dello Stato dice “ma che cosa sta accadendo?”. Il capo dello Stato si fa da notaio di questa truffa elettorale. Un capo dello Stato che lo voglio ricordare, sta concedendo il bis, ma non come Napolitano che aveva concesso il bis ob torto collo ammonendo il Parlamento, dicendogli “adesso vi dovete sbrigare a farmi uscire da questa impasse e a trovarmi un sostituto”. No, questo capo dello Stato evidentemente sta già guardando a come completare il suo settennato e infatti, vedo io una certa ispirazione quirinalizia nella manovra di Luigi Di Maio, il quale appunto si colloca al centro, rinnegando completamente quello spirito del 33% che lui stesso aveva in qualche modo guidato perché lui era il capo politico del Movimento 5 Stelle, quindi è una truffa elettorale a tutti gli effetti. Perché? Ma è chiaro, deve salvaguardare il suo potere, quello che ha acquisito in questo tempo in cui, dall’inizio della legislatura è diventato uomo di Governo, un uomo di potere, un uomo di sistema. Voglio ricordare che poi è lo stesso Di Maio che chiedeva l’impeachment nei confronti di Mattarella, ma le cose cambiano vuoi diventare uomo di centro? Vai a elezioni, fai cadere tutto, ti dimetti, crei un partito nuovo che andrà a prendersi i voti. Italexit invece è la prosecuzione di un pezzo di quella retorica che aveva caratterizzato il Movimento 5 stelle che infatti raccoglieva le firme, ma neanche questo è più nell’abito di Conte questo Giuseppe Conte, che lo voglio ricordare è l’uomo che ha inventato Arcuri super commissario a tutto: alle mascherine, all’emergenza, al vaccino (il vaccino della primula vaccinale, ve lo ricordate?) ed era anche super commissario all’Ilva di Taranto, insomma avevamo in Italia un supereroe e nessuno lo sapeva.

Lo sapeva soltanto Giuseppe Conte, l’uomo dei CTS, l’uomo dei comitati e degli espertoni (dei club degli esperti), l’uomo dei DPCM, l’uomo delle conferenze stampa da solo, l’uomo arroccato al potere, l’uomo che ha scarnificato per primo il parlamento e che poi, cosa fa? Chiede al Movimento 5 Stelle di firmare un documento dove si deve affermare la centralità del Parlamento. Ca**o proprio lui, l’uomo dei DPCM, l’uomo dei decreti, l’uomo della fiducia, l’uomo di Speranza, di Roberto Speranza. Tutto questo accade, lo ripeto, in un paese che è flagellato da veri problemi che non vengono risolti da nessuno, non vengono affrontati da nessuno, a meno che – così, come una specie di stella cometa – arrivi l’Europa con i soldi finti del PNRR, questi soldi che, ovviamente, lo abbiamo visto anche ieri in Aula ti chiedono il dazio, ti chiedono il prezzo, il primo su tutti quello già di tagliare sulla sanità, di tagliare sulla scuola, complimenti.

La Pietra di Paragone