“L’Italia lavora insieme all’UE e al G7 per sostenere l’Ucraina” queste le parole del Premier nel suo intervento di oggi alla Camera. Il Presidente del Consiglio Mario Draghi è intervenuto replicando l’intervento di ieri al Senato. Via libera dell’Aula della Camera alla risoluzione di maggioranza per le comunicazioni sul prossimo Consiglio europeo del 23 e del 24 giugno 2022: il testo è stato approvato con 410 voti a favore.

Non sono mancate, però, le proteste: i deputati di Alternativa hanno esposto nell’Aula cartelli con la scritta ‘Stop invio armi’ e ‘No alla guerra’ alla fine dell’intervento del Presidente del Consiglio. Segno che non tutti sono allineati alla strategia di Draghi.

Le proteste sono continuate anche durante la seduta quando a prendere la parola è l’On. Francesco Forciniti (Alternativa): “Presidente Draghi, intanto io le manifesto la nostra sincera solidarietà perché oggi lei è costretto a passare con noi la mattinata in questo orribile postaccio chiamato Parlamento, che lei disprezza sistematicamente così tanto, al punto da non voler mai venire qui. Non è venuto qui prima di andare da Biden a prendere la lista delle cose da fare. Non è venuto qui prima dell’ultimo Consiglio straordinario del 30 e del 31 maggio. L’ultima volta che è stato qui ci ha fatto una altezzosa informativa, nella quale ci ha detto le cose che intende fare senza nemmeno permetterci di dare un orientamento con un misero voto. Scusi se vorremmo, ogni tanto, poter dire qualcosa.

Oggi le tocca, oggi le tocca, mi spiace, le sono solidale. Visto che non capita così spesso di avere la possibilità di parlare con lei o, comunque, almeno di farle arrivare la nostra voce, io ne approfitto per ricordarle che lei ha ricevuto a suo tempo un mandato politico, quando ha assunto la carica di Presidente del Consiglio, legato a un contesto totalmente differente da quello attuale, un contesto emergenziale che ora non vi è più e legato a specifiche questioni che lei aveva il mandato di gestire, quindi la gestione del COVID – e lo ha fatto attraverso ricatti, attraverso il massacro e la distruzione della piccola e media impresa, ma quella è un’altra storia – e poi la gestione di questi quattro spiccioli del PNRR.

Ma abbiamo capito fin da subito che a lei interessava, piuttosto, avere quelle riforme di contorno, che ci riportano alla stagione draghiana… montiana della macelleria sociale – scusi per il lapsus -, quindi il ritorno alla Fornero, le privatizzazioni e le svendite di Stato, a lei tanto care, con il DDL “Concorrenza.

Lei non ha alcuna legittimazione politica per agire in maniera così altezzosa e snobbando sistematicamente l’orientamento del Parlamento, perché se noi diciamo di voler condurre una battaglia in difesa dei valori della democrazia e della libertà, come minimo dovremmo essere a casa nostra meno insofferenti e meno intolleranti rispetto alle basilari procedure democratiche, che in Italia soprattutto prevedono che sia il Parlamento a dare a lei le indicazioni e la guida su cosa fare; e non è che lei viene qui a dare ordini al Parlamento, perché altrimenti non ha senso sentirsi migliori di quegli oligarchi verso i quali si punta il dito. Questo dovrebbe essere chiaro.

E vengo al tema della guerra: se lei parlasse meno con Biden e più con i cittadini italiani, a caso, le basterebbe andare in un bar o per strada e si renderebbe conto che i cittadini italiani e l’opinione pubblica non vogliono le proprie mani sporche di sangue, non vogliono assumere una postura di Paese cobelligerante, ma vogliono piuttosto che l’Italia valorizzi ed esalti la sua vocazione diplomatica. Anche perché noi avremmo una “cosetta” che a lei non piace molto, chiamata Costituzione italiana, che in teoria ci vieterebbe di entrare come parte cobelligerante in un conflitto.

Allora, noi potremmo giocare un ruolo diverso in questa partita, lasciando fare la guerra a chi ce l’ha nella sua vocazione e nella sua storia, mentre noi, quando abbiamo fatto le guerre nella nostra storia, non è andata mai così tanto bene. Potremmo lasciare agli altri fare la guerra e cercare, noi, di ritagliarci un ruolo diverso, che esalti veramente la nostra vocazione e ci renda un minimo rilevanti, anziché essere insignificanti al soldo di interessi geopolitici altrui. Anche perché poi le conseguenze economiche di quello a cui stiamo andando incontro non riguardano solo i condizionatori, come lei scioccamente ha detto qualche settimana fa, perché qui si tratta veramente di mandare a gambe all’aria l’intero sistema produttivo di questo Paese”.