Vi è un dato di fatto che viene corroborato da tutti i sondaggi e le statistiche. Questo dato ci svela che i popoli di tutta Europa, Italia in primis, sono apertamente contrari alla guerra in Ucraina. Non solo, i popoli d’Europa desiderano che la guerra termini il prima possibile quando anche ciò dovrebbe costare la sconfitta dell’Ucraina e la perdita di numerosi territori.

Eppure chi governa i popoli d’Europa continua a fare la guerra e lo fa mandando armi all’Ucraina, facendo sanzioni alla Russia e appoggiando senza remore l’imperialismo a stelle e strisce del padrone d’oltreoceano, quello che pretende di ergersi a sommo giudice delle sorti dell’umanità, quando a rigore dovrebbe sedere al banco dell’imputato, per via dei molteplici crimini che ha commesso e continua a commettere.

Del resto l’Europa oggi non è se non una colonia di Washington. Da ciò scaturisce un’ovvia conseguenza che tuttavia non tutti riescono a percepire. La conseguenza è quella per cui l’Unione europea, l’unione delle classi dominanti d’Europa, deve obbedire al proprio padrone e tale padrone sono gli Stati Uniti d’America, i quali si caratterizzano per essere una potenza imperialista.

Un potenza che ritiene se stessa la sola nazione indispensabile, una nazione che ritiene di incarnare una special mission tale per cui essa deve portare una libertà, il proprio modus vivendi, su scala planetaria. Questa discrepanza tra volontà popolare e decisioni governativa cristallizza in forma compiuta l’essenza stessa del nostro presente.

Totalmente disattesa e mortificata è la sovranità popolare, l’anima della democrazia. Da tempo il neoliberalismo ha dichiarato guerra alla democrazia in ogni sua accezione possibile, compresa quella per cui la democrazia consiste anche nella capacità del popolo sovrano di decidere sulle questioni dirimenti della vita nazionale. A decidere su tali questioni fondamentali per i popoli non sono i popoli stessi ma sono i mercati, le borse, l’unione europea.

In sostanza nomi che nascondono la volontà sovrana delle élite plutocratiche senza frontiere dei gruppi dominanti del blocco oligarchico. Ecco perché si è compiuto il pieno divorzio fra economia e democrazia, fra il piano della globalizzazione mercatista e il piano delle sovranità nazionali. Ecco perché il conflitto è anche tra l’autonomia finanziaria spoliticizzata e le richieste di sovranità nazionali per basi di possibili recuperi di democrazia, ossia di sovranità del demos.

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