Strage di Capaci ▷ Ranucci inedito: “Rispunta la pista nera: desecretati i verbali di Falcone”

Sono passati 30 anni dalla strage di Capaci.
Una storia “infinita” fatta di teorie, depistaggi e continui rimandi tra periodi oscuri del nostro passato comune. Una storia che non ha ancora trovato la sua degna conclusione. Una storia che è cominciata quel 23 maggio del 1992; ma anche prima se consideriamo quanti avvenimenti tragici del dopoguerra italiano non siano ancora stati definiti nelle loro cause e responsabilità.

30 anni di indagini, 30 anni di insabbiamenti, 30 anni di confusione e rabbia in cui abbiamo sentito tutto sull’argomento e le cose non sono ancora del tutto chiare. Ed ogni anno, ogni volta, si riapre una ferita che mostra indifesa tutta la tragicità di un tempo oscuro e colmo di tensione della nostra storia.

Questo trentesimo anniversario ha portato con sé anche delle “novità”. In un labirinto di cui si può benissimo immaginare l’orrore celato al centro, abbiamo acceso un altro piccolo lume. Il giornalista Paolo Mondani ha realizzato un’inchiesta per Report che attira l’attenzione sul triplice collegamento tra Destra eversiva, Loggia P2 e l’organizzazione militare segreta Gladio.

Sigfrido Ranucci, autore e conduttore di Report, ha parlato di quest’ultima inchiesta nel suo intervento alla trasmissione “Un Giorno Speciale”.

“Il giornalista Paolo Mondani che ha realizzato l’inchiesta di questa sera ha portato degli elementi di novità e non era semplice dopo 30 anni di indagini sulla strage di Capaci portare qualcosa di nuovo.

Ci è riuscito perché ha ricostruito tutta una vicenda partendo dai verbali segretati a lungo dell’audizione di Falcone alla commissione antimafia dell’88 e del ’90 dove proponeva di rileggere la storia italiana degli attentati a partire da piazza Fontana e gli omicidi eccellenti in Sicilia. Aveva colpito l’attenzione di Falcone l’uccisione di Piersanti Mattarella. Falcone pensava che l’omicidio non fosse avvenuto solo per opera della Mafia. Mattarella aveva abbracciato la linea politica di Aldo Moro, in contrapposizione con la DC di Lima, Andreotti e Forlani. Aveva cercato di modificare gli equilibri all’interno della Sicilia. Di li a poco sarebbe forse diventato Vicesegretario nazionale della DC. Forse per questo andava eliminato. Secondo Falcone c’erano degli elementi che facevano pensare alla Destra eversiva. Lui riproponeva un rilettura anche alla luce del ruolo di Gladio e della P2 facente capo a Licio Gelli.

Esistono documenti e testimonianze della presenza di Stefano Delle Chiaie sul luogo dell’attentato a Capaci, prima della strage. Ne ha parlato la compagna di lo Cicero, collaboratore di giustizia che ha parlato a lungo con Borsellino, dopo la strage, della presenza di Delle Chiaie.

Ci sono anche testimonianze che parlano di una struttura in provincia di Alcamo, in quegli anni, che potrebbe far riferimento all’organizzazione Gladio. Un poliziotto parla anche di una villa bunker, una vera santabarbara con anche materiale radioattivo. Questo poliziotto racconta di aver visto “faccia da mostro” (l’ex poliziotto Giovanni Aiello) legato alla CIA, che secondo la testimonianza di diversi pentiti, sarebbe stato presente su molti luoghi di stragi.

Il boss infiltrato Ilardo è stato il primo a denunciare la presenza della destra eversiva, della P2 e della massoneria nelle stragi operate dalla mafia. È stato il primo a denunciare la presenza di Aiello su alcune scene del crimine. Ilardo prima di ufficializzare le sue posizioni è stato ucciso a Catania da sicari mandati da Zuccaro”.