Con la guerra che imperversa è più difficile far riaffiorare gli ultimi due anni di vita nella penisola italica: è vero, i problemi e le priorità sotto le bombe sono un tantino differenti, ma ciò difficilmente fa passare in rassegna le vicende pandemiche del biennio.
La totale rimessa in discussione del contratto sociale, la soppressione del dibattito, le norme che hanno relegato a lockdown casalinghi chi ha rifiutato l’iniezione; per non parlare di regole ora relegate allo scontato, ma che nei famigerati primi mesi del 2020 nessuno avrebbe potuto prevedere: la mascherina obbligatoria per gli studenti – anche più piccoli – ne è un esempio calzante.
E poi, nello sfondo della lotta tra putiniani e antiputiniani, tante serrande chiuse, attività la cui morte, nell’isola felice dell’anno 2019, non era neppure lontanamente ipotizzabile.
Chissà se gli esponenti della teoria funzionalista, che vede la società come una sorta di organismo le cui diverse componenti tendono a curare le proprie ferite, sarebbero d’accordo nell’affermare che un morbo si sta estendendo nel tessuto sociale.

Per il Prof. Giovanni Frajese, endocrinologo e docente universitario, la risposta è sì: “Guardiamo la distruzione della piccola e microimpresa; i grandi in questo momento sono destinati a diventare sempre più grandi mentre i piccoli sono destinati a sparire. Nella fisiologia dello Stato, che possiamo sempre paragonare al corpo umano, le singole cellule che diventano gigantesche si prendono il cibo di tutto quanto il resto: si chiama tumore, e il tumore porta alla morte di tutto il resto“.

Sanità ed esenzioni: “Medici criminalizzati”

E sul capitolo sanità le cose non vanno diversamente. Le diverse criticità evidenziate dalla sanità sul piano strutturale e medico, si sono andate sommando con le difficoltà del sistema legislativo italiano. Le garanzie dello stato di diritto, i limiti del principio legislativo si sono scontrati con le avversità di far fronte all’emergenza Covid-19. Tale vulnus ha aperto le porte a numerose zone grigie, realtà opache in cui il legislatore non è intervenuto apertamente, lasciando spazio alla discrezionalità giuridica e sanitaria.

Tra queste aree borderline, come spiega il prof. Giovanni Frajese, rientra il nodo dell’esenzione vaccinale. Nonostante la legge preveda in specifici casi la possibilità di un soggetto con specifiche patologie di essere esentato dalla vaccinazione, il clima di forte ideologizzazione del vaccino ha condotto un atteggiamento criminalizzante nei confronti dei giudizi medici favorevoli all’iter di esenzione: “Io ho colleghi che anche per aver fatto una singola esenzione, hanno avuto i Nas che gli sono andati a casa. Sembra che se un medico ha dato un’esenzione per un problema serio vi sia comunque l’odore di un crimine. Peggio della radiazione: qui parliamo appunto di un crimine” spiega Frajese “è il magistrato che manda i controlli. Immaginate una persona normale che si trova i Nas e i Carabinieri con una sfilza di accuse perché si è permesso di fare l’esenzione ad una persona che aveva diritto ad averla per la propria storia medica. Questo comportamento vi sembra possibile in Italia?”

L’intervento in diretta di Giovanni Frajese