Caso plusvalenze: piovono multe e inibizioni. Il processo procede a ritmi serrati con la Procura Federale protagonista in questa delicata fase. L’organo istituzionale della giustizia calcistica ha ufficialmente condiviso le richieste di sanzione nei confronti dei dirigenti coinvolti nella complessa vicenda di natura amministrativa e contabile.

Partiamo dalla Juventus. Per i bianconeri 800.000 euro di ammenda. 12 mesi di inibizione per Andrea Agnelli, 6 mesi e 20 giorni per Federico Cherubini, 16 mesi e 10 giorni per l’ormai ex ds Paratici. 8 mesi invece per Pavel Nedved, Maurizio Arrivabene e altri soggetti dell’organigramma societario. Al Napoli andrebbero 392.000 euro di ammenda con 11 mesi e 5 giorni di inibizione per Aurelio De Laurentiis. 320.000 euro di ammenda ai danni del Genoa con 6 mesi e 10 giorni di inibizione per l’ex Presidente Preziosi.

Per il resto 195.000 euro di ammenda alla Sampdoria e 42.000 all’Empoli del patron Corsi. Nel mirino anche due club di Serie B: Pisa (90.000 euro di ammenda) e Parma (338.000 euro). Senza dimenticare due compagini di Serie C: Pescara (125.000 euro e inibizione di Daniele Sebastiani per 12 mesi e 20 giorni) e Pro Vercelli (23.000 euro). Da sottolineare pure i provvedimenti richiesti ai danni di Chievo Verona (ammenda di 3000 euro con inibizione per Luca e Giuseppe Campedelli) e Novara (8000 euro).

La Procura ha fatto le sue richieste di condanna che prevalentemente sono ammende e squalifiche per dirigenti top, in particolare di Juventus e Napoli. I casi più spinosi – secondo Marco Bellinazzo de Il Sole24Ore – in realtà riguardavano Pisa e Parma, che rischiavano penalizzazioni, le cui plusvalenze si pensava fossero servite per abbellire i conti e per arrivare addirittura a crearsi parametri patrimoniali per l’iscrizione al campionato. E’ arrivata invece una griglia di possibili sanzioni importanti, ma sicuramente minimali rispetto alla teorica imputazione di aver frodato a livello di bilanci per decine di milioni di euro…“.

Rilevante l’opinione espressa dall’Avvocato Roberto Afeltra, esperto di diritto sportivo:Questo processo sportivo nasce in modo già sballato… Si può sanzionare a livello sportivo qualcuno se viola norme esistenti. In questa vicenda manca la oggettività di una norma esistente alla quale le società si devono attenere. Il problema dell’algoritmo è una invenzione in corso di causa per la quale nessun tribunale, anche se lo fa quello federale, potrà dire che le società siano passibili di violazione dell’art.31. Questo perché, dopo che il fatto sia stato eventualmente compiuto, arriva un elemento oggettivo che dice: ‘Sì, tu puoi fare la plusvalenza fino a questo tetto’. A mio avviso questa richiesta della Procura non ha alcuna motivazione fondata…”.

La questione plusvalenze dibattuta in diretta