Vengono cancellati dei debiti nei confronti dello Stato tra il 2000 e il 2010 perché considerati inesigibili e la maggior parte di questi sono debiti per multe e per altri piccoli importi non pagati in larga parte da persone fisiche e non da imprese.

Ogni occasione è buona per alimentare il mito dell’imprenditore italiano che non paga le tasse. Queste questioni impattano direttamente sul modello economico. Quante persone sanno che il debito pubblico, così come si è venuto a determinare, risulta matematicamente non più rimborsabile.

Premesso che nessuno paese occidentale dal secondo dopoguerra lo ha mai fatta, occorre rilevare il fatto che il debito pubblico abbia una funzione primaria nella logica finanziaria: pagare gli interessi al sistema finanziario.

Io voglio sfatare due cose: primo che sia sempre colpa degli imprenditori. Dati Banca d’Italia e Istat dimostrano che gli importi cancellati perché non più esigibili c’erano multe, bolli e piccoli importi non pagati da persone fisiche. Quando sentiamo parlare del rimborso del debito pubblico, bisogna mettere in chiaro che nessuno Paese al mondo ha mai ridotto il peso del debito pubblico, perlomeno nel senso di pagare le quote capitale. Di che cosa stiamo parlando?

Il meccanismo del debito pubblico si sta sviluppando con un sistema d’interessi non dovuti a speculatori privati, cioè operatori bancari internazionali, che finanziano la spesa degli Stati. Serve a pagare gli interessi. Il debito pubblico non è fatto per essere rimborsato ma è fatto per alimentare questo giro di ruota che serve a pagare gli interessi. Quando la gente comincerà a capire questo meccanismo, comincerà a capire come funziona il nostro sistema economico.

Malvezzi​ Quotidiani, pillole di economia umanistica con Valerio Malvezzi