Otto anni senza Italia: la Macedonia del Nord sbatte fuori la squadra di Mancini da Qatar 2022 e la getta, per la seconda volta consecutiva, in una depressione che offusca perfino i ricordi dolci di un europeo da sogno. “Troppa delusione per parlare del futuro”, ha detto il Ct Mancini cui ha risposto prontamente Gabriele Gravina: “Spero che rimanga con noi”. Intanto gli italiani dovranno aspettare altri quattro anni per sperare di rivedere un mondiale con un po’ di azzurro.

Queste le analisi ‘A Botta Calda’ di Luigi Ferrajolo e Tony Damascelli

Ferrajolo: “Davanti eravamo una squadra da Serie B”

“A parte l’amarezza, che è veramente tanta, io penso che dal punto di vista dello svolgimento noi abbiamo perso la qualificazione sbagliando i due rigori con la Svizzera, cioè tu quando arrivi a queste partite dentro-fuori può succedere di tutto.
L’Italia non doveva arrivare a questo punto: il grosso errore è stato nel cammino, durante la qualificazione, nel pareggio interno con la Bulgaria.
Per quanto riguarda la partita di stasera è il tipico match giocato tutto davanti in cui tu prendi gol all’ultimo. C’è una carenza di fondo in questa squadra; anche quando hai vinto gli Europei ti è mancato un attaccante, un grande giocatore che fosse in grado di sbloccarti le situazioni. In più l’attacco di stasera è stato un attacco ridicolo, non possiamo pensare di andare ai Mondiali con questi tre che non hanno beccato palla. Insigne inguardabile, Immobile il solito fratello brutto del laziale che gioca in Nazionale, Berardi lo conosciamo da una vita (non è un fuoriclasse); in più Barella fuori giri. Davanti stasera eravamo una squadra da Serie B”.

Damascelli: “Un incubo ridicolo”

“Io avevo già preparato il pezzo della tragedia pensando che non sarebbe mai andato in onda, invece purtroppo eccolo che viene diffuso. E’ la sconfitta di un sistema, quello italiano, che a forza di accettare questa invasione straniera non più di fenomeni veri, come era accaduto nei gloriosi anni 90, ha visto passare quelli più compassati ormai datati, seppur di grandissimo censo, da Ronaldo a Ribery, da Dzeko (sotto un certo punto di vista) a Ibra. Il vivaio italiano è sempre più debole e fragile. Quando io vedo a livello internazionale calciatori della stazza di Barella, Verratti, Insigne, Raspadori stesso, dopo aver sentito i nomi di Boninsegna, di Riva, di Christian Vieri, capisco che anche lì abbiamo un limite. Un limite fisico e di personalità nei confronti dell’avversario che tu hai, a meno che non ti chiami Xavi o Messi.

Io stasera ho visto in panchina Mancini, Evani e Oriali completamente ubriachi: hanno tenuto in campo per 79 minuti Barella, che già nel primo tempo quando recuperava aveva la bocca aperta; hanno tenuto in campo Insigne che era fuori dal gioco dai primi minuti. Sono errori gravi, senza contare i tre rigoristi tirati via.
Questa è una squadra che ha vissuto la grande illusione che ci ha regalato quest’estate, dopodiché è tornata ad essere quello che era con dei limiti evidenti.
Pensavo di aver pagato il conto con Pak Doo Ik e con gli svedesi. Purtroppo dobbiamo aggiungere al diario Trajkovski, uno che gioca in Arabia Saudita. Parliamo di un giocatore che per noi diventa un incubo anche ridicolo.

Aggiungo infine che la Nazionale è figlia dei club: i primi quattro nella nostra classifica sono tutti fuori dalle coppe”.