Guerra e paura. Il conflitto scaturito nei territori di Crimea e Donbass spaventa l’intero occidente. La Russia attacca, l’Ucraina si difende.

Putin, con il passare dei giorni, sembra essere sempre più categorico nelle considerazioni. D’altro canto il Premier dell’Ucraina Zelensky prova ad aprire qualche spiraglio di dialogo con l’acerrimo nemico ma, al tempo stesso, esorta le potenze del Vecchio Continente e gli Stati Uniti ad adottare misura decisamente più pesanti nei confronti dell’azione posta in essere dal Cremlino.

In un contesto del genere deve obbligatoriamente muoversi il sistema della diplomazia internazionale. Per adesso, con tutta onestà, non si sono manifestati concreti risultati di pacificazione. Il mondo resta ad osservare le evoluzioni con il fiato a dir poco sospeso. Lo spettro dello scontro nucleare fa tremare. Nel frattempo si disputa il delicato match del gas senza esclusione di colpi. Le sanzioni finalizzate ad isolare l’economia russa, fonte spesso imprescindibile dei sistemi finanziari e sociali dei paesi UE, potrebbero provocare effetti nefasti ancora in parte sconosciuti.

Sulla delicata situazione in Ucraina si è espresso l’Onorevole Paolo Formentini, Deputato Lega, vice presidente in Commissione Affari Esteri e membro della delegazione parlamentare presso l’assemblea NATO. A proposito del Carroccio, ha destato scalpore la visita in Polonia di Matteo Salvini. La trasferta del leader, finalizzata alla creazioni di corridoi dedicati al trasferimento di bambini e donne in fuga dalle bombe nel territorio italiano, è stata costellata da una diatriba con il sindaco di Przemys Bakun. Motivo del contendere una maglietta raffigurante proprio Putin vestita dallo stesso Salvini nel 2017.
Queste le sue parole da Stefano Molinari.