Firenze era una delle corporazioni più influenti. Le banche fiorentine finanziavano regni italiani ma anche regni in giro per quella che sarebbe diventata l’Europa. Le corporazioni bancarie erano al servizio delle altre corporazioni.

Il modello italiano finanziò quello che sarebbe diventato il modello capitalistico partendo dal presupposto che il governo doveva fare gli interessi del sistema economico. Oggi pare che sia esattamente l’opposto: l’economia è al servizio dello Stato che a sua volta è al servizio della finanza.

All’epoca del rinascimento il modello di Firenze, per esempio, prevedeva la durata dei rappresentanti per due mesi ed erano estratti a sorte gli uomini politici nelle categorie economiche del tempo, quelle che oggi che chiameremmo categorie imprenditoriali o professionali. Questo modello aveva una logica molto chiara: i rappresentati dell’economia vanno al governo a tutelare gli interessi del loro settore, cioè del comparto economico, con lo Stato a servizio dell’economia. Dopo di che una di quelle corporazioni che era la corporazione bancaria era al servizio delle altre corporazioni economiche, che poi entravano a far parte dell’organizzazione politica.

Oggi è tutto ribaltato. L’economia è al servizio dello Stato e lo Stato è al servizio della finanza. Questo è il grave problema di ordine delle priorità. Io ho costituito un gruppo Telegram in cui parlo solo di economia umanistica, cioè del perché la mia visione dell’economia, che ribalta questa logica, dovrebbe sostituire questa deriva dell’economia capitalistica. Quest’ultima nasceva da presupposti logici e sensati. Oggi la categoria economica degli imprenditori e dei professionisti è quella vessata dallo Stato perché chi comanda è la finanza.


Malvezzi​ Quotidiani, pillole di economia umanistica con Valerio Malvezzi