Il primo dettaglio, cromatico, lo avevamo capito quando abbiamo visto le tute di Sainz e Leclerc: una generosa sottolineatura nera ad esaltare un rosso storico, fulvo, in un compendio di aggressività essenziale, viste le semplificazioni aerodinamiche volute dal regolamento che la Formula Uno si è data per il Mondiale del 2022, mai così rivoluzionario. Tra gli elementi più interessanti, le protezioni copricerchio – un ritorno al passato, almeno parziale – e le coperture per gli pneumatici anteriori, a scopo aerodinamico, per aumentare ulteriormente l’effetto Venturi o, più prosaicamente, il vecchio effetto suolo, nuovo “mantra” della massima formula a ruote scoperte. Gli pneumatici, sempre fondamentali, quest’anno avranno un ruolo ancora più decisivo: i cerchi passano da 13’’ a 18’’, con grande impatto sulle velocità di punta e sulla visibilità dei piloti. Sono stati completamente riprogettati l’ala anteriore e il musetto. Le monoposto di F1 del 2022 saranno infatti caratterizzate da un’ala anteriore totalmente nuova. Il compito della nuova ala anteriore sarà quello di generare deportanza costante quando una monoposto è in fase di inseguimento, garantendo così che la scia della ruota anteriore sia ben controllata e diretta verso il fondo della vettura.

Settantacinque anni fa, nel 1947, il Cavallino cominciava a baciare l’asfalto con labbra gommate; questa Ferrari si chiama F1 – 75, in omaggio alla propria storia e a una tradizione di vittorie e dominio che negli ultimi anni sono stati velati dalla polvere della dimenticanza. La sensazione, che traspare anche dalle parole orgogliose di Mattia Binotto, è che il 2021 sia stato l’anno del recupero di un decoro prestazionale; il 2022, visto il lavoro alacre sullo sviluppo della vettura, ha le carte in regola per essere quello del ritorno alla vittoria di qualche gran premio.

Paolo Marcacci