L’Euro ci sta disintegrando: ora il governo soffre e da Bruxelles le pressioni aumentano

Il governo italiano si trova ad affrontare una crescente pressione economica, mentre la Commissione europea si prepara a chiedere un aggiustamento dei conti di almeno 8 miliardi di euro. Questo si aggiunge alle sfide già esistenti, come la gestione del deficit o la necessità di trovare dei fondi per sostenere l’economia. Nonostante alcuni segnali positivi, come per esempio la crescita economica superiore alle aspettative e un tasso di occupazione in aumento, il governo si trova ad affrontare una situazione finanziaria difficile.

La spesa per gli investimenti del piano nazionale di ripresa e resilienza, il cosiddetto PNRR, sembra essere lenta a decollare, come io avevo previsto da lungo tempo. nonostante il Paese disponga di una somma considerevole, il che non vuol dire niente perché poi bisogna avere la capacità tecnica di spenderla. Tuttavia, le sfide finanziarie sono evidenti.

Il Governo ha dovuto rinunciare a bonus per i cittadini a causa della mancanza di fondi, il che, detto in altri termini, è assurdo perché il Governo prende dai cittadini le risorse per poi non darle ai cittadini. mentre il deficit programmatico per il 2025 rimane un’incognita nel documento di Economia e di Finanza, presentato senza indicazioni chiare su come varranno affrontati i vincoli di bilancio futuri. Inoltre, i tentativi passati di stimolare l’economia, come ad esempio le pessime idee dei bonus e delizi, hanno avuto un impatto molto limitato sull’economia, mentre i fondi stanziati per ristrutturare gli immobili italiani sembrano essere stati spesi senza un significativo risultato tangibile.

Insomma, le politiche economiche europee degli ultimi 30 anni sono state fallimentari e hanno risultati semplicemente disastrosi. L’adesione all’euro e alle politiche di austerity, cioè di austerità voluta dalla grande forza finanziaria internazionale insieme alle cosiddette riforme strutturali che vanno tradotte con il termine di fregature, come la liberalizzazione del mercato del lavoro, la privatizzazione delle aziende statali, ha portato ad una situazione che è quella che vediamo sotto gli occhi di tutti, cioè un’Italia molto più povera di quella che avevamo quando avevamo la lira. e questo è un giudizio economico di una situazione che soltanto le persone in mala fede possono confutare perché basta andare là fuori e guardare l’economia italiana per la strada e confrontare quella che vedete oggi con quella che vedevate allora.

Malvezzi Quotidiani – L’economia umanistica spiegata bene con Valerio Malvezzi