L’incremento dei contagi ha riportato nuovamente in primo piano l’importanza delle cure domiciliari. La possibilità di stabilire un protocollo tra medici di base e pazienti basato su una sicura metodologia di cura non ha trovato finora esito positivo. Il meccanismo di assistenza dei pazienti nella propria casa è rimasto un miraggio, la battaglia di pochi medici impegnati in prima fila per assistere i pazienti colpiti dal virus.

Tra questi il dott. Stramezzi da tempo si batte per la realizzazione di un sistema integrato di assistenza domiciliare che vede la trilaterazione tra il vertice dell’autorità sanitaria, i medici di base e i pazienti. L’esperienza sul campo ha dimostrato, come spiega Stramezzi, l’importanza di porre in pratica una metodologia di cura basate sull’operatività clinica. La strutturazione di un protocollo di cura operativo, grazie al contributo di tanti medici attivi nella lotta contro il Covid, ha portato già importanti risultati e ha una significativa letteratura in materia.

Approfondiamo in diretta con il dott. Stramezzi.

La battaglia per le cure domiciliari

“Le cure domiciliari esistono assolutamente. Le motivazioni per cui non sono riconosciute sono politiche ed economiche secondo me. Noi abbiamo cercato di spiegare come funziona il Covid. Leggete la letteratura: ad esempio se non viene dato l’antibiotico e nuovi fermenti per la flora batterica ovviamente non ha capito nulla e non riuscirà mai a curarlo. Il Covid da una malattia molto particolare perché va anche negli organi e cellule. Il problema vero è l’infiammazione che può divenire in un 10% di persone predisposte geneticamente può divenire un’iper-infiammazione dovuta ad una reazione autoimmune. Se uno fa un ragionamento logico e ascoltasse i medici che curano il Covid fin dall’inizio, dai primi sintomi, allora tutti potrebbero capire che sarebbe curabile.

Covid e antinfiammatori: i nuovi studi sulle cure domiciliari

Se si fossero applicate la cure domiciliari, anche se è difficile dare delle cifre, io credo che avremmo avuto solo il 10-15% dei decessi accaduti in Italia. Sicuramente ci possono essere delle problematiche specifiche. In teoria ognuno di noi ha il proprio medico di medicina generale che ha tutte le note e le cartelle cliniche. Sarebbe bastato che le autorità sanitarie dicessero d’identificare i pazienti a rischio e in caso di contagio iniziare con un antinfiammatorio. Già questo farebbe la differenza! Il professore Remuzzi e il prof. Fredy Suter hanno fatto uno splendido lavoro sul rapporto tra antinfiammatori e Covid. Già solo con l’antinfiammatorio si riducono i ricoveri fino al 90%. Già questo farebbe la differenza!”

Zitromax, l’antibiotico divenuto introvabile

“Abbiamo già visto questa demonizzazione di alcuni farmaci, bene, cambieremo antibiotico se non lo troveremo questo. In letteratura internazionale moltissimi lavori già nel 2020 riportavano l’importanza del desametasone difficile da trovare in Italia, ma ancora si trova nei magazzini. Ha un tempo di azione molto più lungo degli altri. Perché tendiamo a dare l’Azitromicina? Perché si è visto che funziona meglio di altri già a febbraio dal 2020. Ci sono molti antibiotici che sono attivi, non sperino che senza Azitromicina smettiamo di curare”