Sino a due anni fa la sanità in Italia era considerata uno di quei settori da cui attingere dal punto di vista economico riducendo le risorse e destinandole a problematiche più urgenti. Così si sono giustificati, ad esempio, i tagli fatti nell’operazione di spending review per rientrare nei paletti stabiliti dall’Europa. Oggi quei milioni mancanti pesano sulla medicina territoriale del Paese. Troppo scontato il riferimento al Covid, che ha impartito una lezione durissima sul valore delle cure tempestive. Ma anche da altre questioni sanitarie sono scaturiti episodi di malasanità, in parte dovuti proprio a una disattenzione della politica in termini di investimenti necessari.

La pandemia ha fatto correre ai ripari l’attuale Governo. Draghi che ben si intende di far quadrare i conti ha varato la sua prima manovra da Premier stanziando 2 miliardi in più per il Fondo Sanitario Nazionale per ciascuno degli anni 2022-2024, altri 2 miliardi per l’edilizia sanitaria, un altro miliardo e 850 milioni per farmaci e vaccini Covid. Di certo solo un contentino rispetto al massacro economico del decennio passato. E anche rispetto alle modalità di conduzione dell’emergenza coronavirus.

A puntare il dito sulla deriva in materia di sanità è stato l’ex ministro Antonio Guidi, ai microfoni di Francesco Vergovich. Un bersaglio su tutti? L’attuale ministro della Salute: “Speranza ha gestito male prima di tutto la comunicazione. E poi ha detto, ridetto, contraddetto”. Ecco l’intervento in diretta a Un Giorno Speciale.