Con i fondi del Pnrr l’Italia incassa più di quanto versa alla UE“, scrive con gioia Il Sole 24 Ore. Festa nazionale, “siamo nel club dei beneficiari netti”, i festoni sono pronti per l’allestimento. Ma in piazza non c’è nessuno, e tanta generosità di mamma Europa non suscita l’entusiasmo sperato. Come mai?
La risposta, spiegata dal finanzialista Valerio Malvezzi, è molto semplice. Un giorno sottoscrivi il pagamento di un mutuo: tornando a casa non stappi certo lo champagne, perché sai che quei soldi li ridarai indietro con sudore.

E non è tutto, perché in questo caso li ridarai indietro neppure per avere il servizio che ti aspetti tu, ma quello deciso da mamma Europa, all’improvviso dalla faccia sempre più severa e i lineamenti da matrigna.
Scordatevi la leggenda del fondo perduto, sfatate il mito della generosità a stelle gialle: questo non perché si voglia vedere il bicchiere mezzo vuoto a prescindere, ma perché semplicemente l’UE non fa nulla per non ricevere nulla. Più precisamente i soldi che “pioveranno” dall’alto, l’UE non può darli a fondo perduto per il semplice motivo che non li stampa. Ma allora dove li prende? Li prende da banche private.
Ma neppure le banche private non danno nulla senza ricevere in cambio qualcosa. Ecco che le cosiddette garanzie che servono per prendere un prestito non se le carica sulle spalle mamma Europa, ma i singoli staterelli che si fanno carico, in caso di non mantenere le promesse, di aumentare le tasse ed esautorare così le garanzie.
Vista così sembra un po’ meno conveniente, vero?
Approfondiamo con il Prof. Valerio Malvezzi.

Voglio spiegare perché non è vero che stiamo diventando ricchi. La scorsa settimana io parlai di un articolo uscito sul Sole 24 Ore nel quale si sosteneva che l’Italia incassava più soldi dall’Unione Europea di quanti ne incassasse. Nell’articolo si enfatizzava questo risultato dicendo: ‘E’ la prima volta che succede nella storia’. Noi prima eravamo dei contributori netti. Ciò vuol dire che noi diamo più soldi alla UE, con il bilancio ordinario, di quanti ne portiamo a casa dalla UE col bilancio ordinario. Per queste materie è necessario fare discorsi con un minimo di scientificità, altrimenti si rischia di parlare con slogan“.

Un certo mainstream dice che noi riceviamo soldi a fondo perduto dall’Europa. Noi abbiamo ricevuto 9 miliardi di euro per i cosiddetti sussidi e 16 miliardi per cosiddetti prestiti. Se sommiamo queste cose dal bilancio ordinaria passeremmo da un deficit di circa 5 miliardi a un surplus di circa 3 miliardi all’anno. In poche parole per la prima volta nella storia, come dice Il Sole 24 Ore, invece di essere cornuti e mazziati siamo dalla parte di quelli che stanno bene. Ma il problema qual è? Sarebbe come andare in banca, prendere un mutuo, tornare a casa e stappare bottiglie di champagne con tutti i parenti dicendo: ‘Guarda come siamo diventati ricchi’. Questa liquidità va rimborsata“.

Bisogna chiarire la differenza. Prima c’era un bilancio europeo che tutti gli anni veniva formato sostanzialmente con un sistema di bilancio. In pratica gli stati dovevano dare contributi in funzioni del PIL. Alcuni stati avevano un deficit, quindi c’erano i beneficiari netti come i paesi dell’Est europeo e paesi fondatori, come l’Italia, che invece erano contributori netti. A questo punto bisognerebbe dire ai cittadini i punti fermi. Primo: fino a ieri noi siamo stati contributori netti. Quindi iniziamo a togliere dalla leggenda il fatto che ‘Mamma europea’ ci abbia mai regalato una lira o un euro. A un certo punto arrivano delle sigle come: Next Generation European Union. A questo punto cambiano le regole del gioco. Mentre prima il bilancio europeo era di circa 1100 miliardi in 7 anni, oggi sostanzialmente possiamo aggiungere circa 750 miliardi che vengono fatti in particolare sul meccanismo di Ripresa e Resilienza“.

“Si dice: ‘Noi daremo circa 312 miliardi di sussidi e circa 360 di prestiti’. Chiariamo la differenza tra sussidi e prestiti. Il prestito è una roba che tu devi rimborsare. Quindi per capire quanto è il saldo finale di questa operazione c’è un solo numero, a prescindere dal valore che portiamo a casa. Per l’Italia sarà circa 122 miliardi. Quale è il saldo di questa per il nostro paese? La risposta è un numero che tutti conosciamo: 0. La maggior liquidità che avremo sarà pari a zero. L’Europa non può prestare denaro perché l’Europa non stampa denaro, e allora da dove lo prende? Prima di tutto l’Europa si indebita e dove? Sul mercato finanziario, cioè sulle banche private. Poi cosa fa l’Europa con questi soldi? Prende i debiti contratti dalle banche private e li gira agli Stati. In terza analisi l’Europa deve rimborsare questo debito perché, dato che non li ha stampati lei quei soldi, deve ridarli alle banche. Chi è che paga? Gli Stati, cioè gli Stati dovranno rimborsare i prestiti all’Europea.

Quello che voglio dire è che questa roba che vale centinaia di miliardi non è un regalo ma un debito. Ne volete la prova? I primi 16 miliardi che ha preso l’Italia ad agosto? Nel debito pubblico. Questi prestiti sono debito pubblico”.