Dybala come tutti gli altri“. Maurizio Arrivabene, amministratore delegato della Juventus, ha messo le cose in chiaro sulla spinosa vicenda della situazione contrattuale del talento argentino.

Un tormentone di calciomercato che promette scintille e stuzzicanti novità nel prossimo futuro. La freddezza nei rapporti tra l’entourage di Paulo e la dirigenza bianconera non è più un mistero oscuro. Mettiamoci pure l’interesse, più o meno presunto, dell’Inter di un certo Beppe Marotta. Il quadro del giallo ambientato nelle stanze della Continassa è lapalissiano.

La mentalità societaria juventina è perentoria. Comunicazione spietata e senza cuore? Il dibattito è aperto a visioni diverse e contrapposte. L’immediata vigilia del match di Coppa Italia, vinto poi dai ragazzi di mister Allegri per 4-1 sulla Sampdoria con sigillo anche dello stesso Dybala, ha reso ulteriormente frizzante la questione.

Queste nel dettaglio le dichiarazioni di Arrivabene ai microfoni di Sport Mediaset

“L’esultanza contro l’Udinese? Io onestamente in quel momento ho visto una grande azione di Arthur, l’assist di Kean e lo splendido gol di Dybala. Io esultavo. Mi è stato detto dopo ma non sto a commentare queste cose. Sono giocatori con i quali abbiamo un ottimo rapporto, è molto legato alla Juventus, ci siamo parlati e ci siamo dati appuntamento a febbraio e con calma faremo quello che dobbiamo fare.  Io sono andato al sodo: ho detto che ne avremmo parlato a febbraio. Non c’è solo lui, ci sono anche Cuadrado, Perin, Bernardeschi che è un campione europeo e De Sciglio. E’ giusto parlare di tutti, a febbraio ci prenderemo il tempo per parlare con tutti, compreso Dybala”.

Sul tema si è acceso il dibattito tra i nostri opinionisti

Stefano Agresti

Scoprire che Dybala vale come Perin o Bernardeschi mi sorprende abbastanza. Tutte le volte che parla Arrivabene impariamo qualcosa di nuovo. Adesso abbiamo capito che Dybala va trattato come tutti gli altri nella rosa bianconera, compreso ad esempio De Sciglio. Ora possiamo essere molto più sereni e, soprattutto, sono più sereni i tifosi della Juventus. Sinceramente non capisco questo modo di operare e di comunicare. Ci sono tante cose che non comprendo in questa vicenda relativa all’argentino. I dirigenti bianconeri però devono stare attenti perché rischiano di perderlo, e questo potrebbe diventare un problema. Ad oggi è differente lo spessore di chi gestisce la Juventus e l’intera azienda rispetto ai personaggi di una volta.

Tony Damascelli

Io invece non sono stupito come Agresti, che ha vissuto a Torino e dovrebbe conoscere la filosofia di quell’azienda. Per quell’azienda Cantarella, De Benedetti e Montezemolo sono dipendenti e valgono tutti il medesimo valore. Un giorno uno dei capi Fiat mi disse: ‘Per l’avvocato, dal custode fino a Romiti, son tutti uguali‘. Questa è una filosofia così perfida, cinica e spietata che ha fatto la storia di quella città e di quel gruppo. Quindi io non sono meravigliato affatto che Maurizio Arrivabene abbia detto quelle cose perché stanno nella loro testa. Loro sono capaci di usarti, bruciarti e buttarti via. La storia ce lo dice. Il rapporto fisico e umano, anche nella Juventus, è esattamente così. I valori sono a bilancio. Tu puoi chiamarti anche con un cognome importantissimo, ma il giorno dopo sei altrove. Oggi come allora, il modo di operare non è cambiato. Arrivabene proviene da Philip Morris, come Andrea Agnelli, e quindi da un mondo a parte che porta a tali conseguenze.