Poi dice, la legge dell’ex. Le ha buscate Sarri dalla Juventus, le ha prese Pioli dalla Fiorentina e Spalletti ha completato il triplete uscendo sconfitto dall’Inter. A San Siro partita pazza come folli sono le maglie indossate dalle due, quella che celebra Maradona non porta fortuna al Napoli, un pareggio e una sconfitta, quella da “paglia e fieno” dell’Inter rilancia Inzaghi che ha ridato energia improvvisa ai suoi, capaci di una prestazione superba, nel ritmo e nelle soluzioni di gioco.

Correa, schierato in avvio a fianco di Lautaro, è sembrato un po’ pigro, soprattutto nei rientri ma l’Inter ha vinto per la capacità di togliere respiro al Napoli che, dopo un primo tempo buono si è come smarrito in avvio di ripresa per poi ritrovare cuore e sangue nel finale.

Partita con molti scontri fisici, Osimeh è uscito per un colpo alla testa, Dzeko e Ospina hanno concluso feriti e bendati al capo come reduci di guerra, il rigore di Koulibaly rientra nelle regole fantastiche di questo calcio, splendido il gol di Mertens, così come quello di Lautaro. La vittoria riporta l’Inter in vista delle due prime, il Napoli bissa la topica del Milan, non dico che la corsa al titolo si riapra ma qualcosa di stuzzicante potrebbe anche accadere.

Sentire il popolo di San Siro cantare il nome e il cognome di Simone Inzaghi dice quanto il calcio sia bello e imprevedibile. In contemporanea, Conte ha ottenuto la prima vittoria con il Tottenham, battendo il Leeds ed eccitando, come il salentino sa fare, il popolo degli Spurs. La commedia continua.

Tony Damascelli