Il movimento dei portuali di Trieste non si ferma. Dopo le proteste pacifiche andate in scena nelle scorse settimane per dire ‘no’ all’obbligo di Green Pass per i lavoratori, e la ‘spedizione’ di Stefano Puzzer a Roma (città dalla quale è stato cacciato e dalla quale sarà obbligato a rimanere lontano per almeno un anno) si sta formando un nuovo coordinamento dei lavoratori. I portavoce di tale movimento saranno Stefano Puzzer e Nino Rizzo: il gruppo si dissocerà da tutti quelli sorti nell’ultimo periodo e avrà la funzione di abbracciare tutti i portuali che vorranno farne parte per dire di no ad una misura che contrasta con il diritto al lavoro.

Il movimento non si fermerà nonostante la stretta del Governo che potrebbe arrivare nei prossimi giorni, proprio sulle manifestazioni. Sibilia, sottosegretario al Ministero dell’Interno, ha spiegato che saranno “Autorizzati solo i sit-in, ma si devono tenere le distanze ed indossare la mascherina laddove ci sono assembramenti”. 
Regole che ha commentato proprio lo stesso Rizzo a ‘Lavori in Corso’.

“Stefano Puzzer? Evidentemente è stato considerato più pericoloso di tanti altri personaggi pericolosi che abbiamo nelle piazze. Ha terrorizzato Roma e lo hanno mandato via perché è brutto, cattivo e anche vaccinato.
Noi continueremo a fare quello che abbiamo sempre fatto. Va detto che noi stiamo formando un nuovo coordinamento di lavoratori. Adesso il nome verrà a fuori a breve, dove i due portavoce saremo io e Stefano Puzzer, perché adesso si sta già sviluppando un progetto che stiamo portando avanti e fra poco saprete altre novità al riguardo. Vogliamo dissociarci però da ogni movimento che si è creato in questo periodo perché ha creato un po’ di confusione.
Per quanto riguarda le limitazioni del Governo penso che sia assolutamente una cosa non giusta da fare, se io non son d’accordo con un progetto o con una visione se nemmeno posso dir la mia, dove vogliamo andare?”.

Commercianti


“Ho visto che in ogni manifestazione fatta da noi abbiamo portato incassi ai bar sicuramente, quindi non penso che i locali e gli stessi bar si lamentano di queste manifestazioni nella maniera più assoluta perché penso che gli incassi siano aumentati grazie a noi. Dopo può essere che anche obiettivamente qualcuno abbia qualche danno ma penso che il danno più grosso è se non ci battiamo per i nostri diritti. E questo, oltre a essere un diritto, è un dovere. Quando vengono meno i nostri diritti, non vedo perché dobbiamo star zitti”.

Lavoratori

“Il discorso dei lavoratori? Anni fa Stefano aveva creato un movimento. Adesso noi ricreiamo un coordinamento che non sarà il sindacato ma il sindacato di riferimento sarà comunque il CLPT che è obiettivamente un sindacato all’interno del porto. Il CLPT come rappresentanza sindacale avrà un 300-400 persone.
Il problema più grave è che la gente non si aiuta più, hanno creato una società talmente individualista e materialista che porta le persone lontane a quello che era la loro essenza, è questo il problema grosso. Noi cerchiamo solo di creare consapevolezza nelle persone. Quando una persona si fossilizza solo in una direzione è pericoloso, cerchiamo di riequilibrare una bilancia, che oggi pende troppo. Tutto questo nel rispetto delle regole”.

Mascherina nel sit in

Mascherina nel sit in? Obiettivamente, se devo tenere una mascherina all’aperto io non la tengo, respiro l’aria e quello che fa bene al mio organismo, non una robetta davanti al muso che soltanto, dal mio punto di vista, è un segno di sottomissione”.

Rapporti con gli altri portuali

“Noi ricreiamo solidarietà tra i popoli, quello che è stato appositamente distrutto. Creando dei rapporti sani, con i porti e altre persone. Noi non possiamo metterci al livello dei politicanti che si fregano l’uno con l’altro. I nostri sono obiettivi puri, bisogna cambiar modo di fare le cose. Noi vogliamo ricreare ciò che loro hanno distrutto. Cerchiamo persone che siano affini anche a livello morale con noi. Le energie negative le abbatti solo con l’amore. Penso che possiamo far qualsiasi cosa con questa base qua”.

Strumentalizzazione

“Stefano ascolta tutti, io no. All’inizio tutti quanti avevano interessi su di noi mentre noi pensiamo solo a lavorare. Vogliamo portare avanti un progetto anche con altri porti. Noi siamo persone semplici”.