Sono di ritorno da una lunga campagna elettorale: non parlerò di elezioni perché c’è il silenzio elettorale. Volevo però fare una riflessione generale sulla politica, su come oggi la politica conti davvero poco. Può sembrare che vi sia una grande partecipazione: pensate che in una città come Roma ci sono 39 liste, oltre 10mila candidati nei Municipi, e può apparire come un grande esercizio di democrazia.
In realtà la politica incide nella nostra vita nelle grandi scelte economiche e sociali in maniera molto limitata. Oggi la politica conta davvero per il 2/3% per tutte le cose che ci succedono attorno.

Facciamo degli esempi: le grandi scelte che influenzano la nostra vita quotidianamente e in prospettiva sono tutte determinate dalla finanza e dell’economia. Pensiamo alla transizione Green, del verde, che ormai sembra diventato di moda. Dal 1 di ottobre le bollette energetiche sono cresciute del 30%: le persone non hanno potuto dire nulla rispetto a questo e anche la politica si è limitata a dire “Vedremo, faremo qualcosa”. Il Governo ha parlato di un’immissione forte di denaro per calmierare queste bollette ma nessuno dice nulla. Si parla dal punto di vista del gas addirittura di un aumento di 5 volte dei prezzi della materia prima e anche qui nessuno fa un riferimento nemmeno minimo alle vicende geo-politiche.

La prima battuta che viene da fare è: se il Green è l’aumento del 30% della bolletta, allora andate a quel paese.
Per altro, il 70% dell’inquinamento aziendale è fatto dalle prime 100 multinazionali e non dal comportamento delle persone.
L’aumento delle risorse energetiche dipende da ciò che accade in politica estera. L’Italia, per restare allineata al volere degli Stati Uniti, rompe direttamente con sanzioni alla Russia: non puoi prendere un Paese che non ti ha fatto nulla e imporre sanzioni.
La Russia è un grande fornitore energetico: non possiamo pensare che ci fornisca l’energia a prezzi di favore. Queste sono le cose che succedono nel mondo e non capire questo vuol dire non capire l’economia e la finanza.

Poi ci sono cose che hanno ricadute su di noi. L’altro giorno l’Unione Europea ha accettato la procedura di riconoscimento del Prosek croato, un palese furto di denominazione del nostro prosecco.
L’Italia non ha fatto nulla: sarà un danno per questa nostra importante produzione. Potrebbero essercene tante altre da citare. Tante altre cose sono state fatte nei confronti dell’economia e dell’agricoltura italiana e nessuno dice niente. Sono queste le scelte che incidono nella produttività di un Paese. Però ci dicono che il PIL è salito del 6%: mi chiedo se voi ve ne siate accorti nel vostro portafogli.
Fino a quando economia e finanza governeranno la politica, noi cittadini e persone normali non conteremo nulla.

3 minuti con Marco Rizzo