Il riacutizzarsi dell’emergenza Covid è sempre dietro l’angolo, almeno stando a ciò che riportano i principali media nazionali. Il caso della Gran Bretagna, descritta sull’orlo del baratro a causa dell’aumento dei contagi, viene presentato come se fosse un’oscura anticipazione di ciò che accadrà da noi. Nonostante l’onnipotenza dei vaccini la soglia di attenzione deve essere tenuta al massimo: nessuna distensione è consentita.

Giustificata con l’eliminazione delle restrizioni, l’impennata della curva epidemica inglese è interpretata dal mainstream come un fallimento del tentativo di ritorno alla normalità manovrato dal Governo di Boris Johnson. L’Inghilterra verserebbe così in condizioni peggiori alle nostre perché ha eliminato le mascherine e rifiutato il Green Pass.

Maggiore cautela rispetto alle sentenze emanate dalla stampa italiana è stata mostrata in diretta dal Prof. Marco Cosentino. Secondo il farmacologo dell’Università dell’Insubria si fa fatica a “confrontare dati provenienti da contesti differenti”. Ecco la spiegazione ai microfoni di Fabio Duranti e Francesco Vergovich a Un Giorno Speciale.

“Io cerco sempre di essere molto cauto nel confrontare dati provenienti da contesti differenti. Spesso ci troviamo, per esempio, anche a livello nazionale a far fatica a far concordare numeri provenienti da una determinata fonte rispetto a un’altra. Conviene essere sempre cauti, anche perché qualunque ricercatore sa bene che nel lavorare sui dati e fondamentale prima di tutto la qualità e la solidità del dato.

Rispetto alla realtà nostra, al netto di tutta una serie di considerazioni che si possono fare sulla qualità e sull’esigenza di correggere determinati dati, io credo che abbiamo un enorme margine di miglioramento nella gestione di tutta la situazione che consiste nell’ammettere che qualunque strategia di controllo debba necessariamente camminare su due gambe: la prevenzione e la cura. Oggi stiamo insistendo e sopravvalutando una prevenzione che ha una sua validità ma anche un preciso perimetro e sarebbe bene considerare anche le esperienze di cura che ci consentirebbero di gestire tutti gli aspetti critici. La cura è nell’interesse di tutti: vaccinati, non vaccinati, vaccinati da mesi”.