Quattro mesi: è il tempo che manca alla scadenza del mandato del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Con l’ingresso, già da un paio di mesi, nel semestre bianco si sono fatte più insistenti le voci sul successore al Colle. Sembra partire in vantaggio il Premier Mario Draghi, rispetto ad altri nomi che in verità ancora scarseggiano. Tuttavia è stato in prima persona l’attuale capo del Governo a scacciare via ogni tentazione: “È abbastanza offensivo nei confronti del Presidente della Repubblica in carica cominciare a pensare in questo modo. Non sono la persona giusta a cui fare questa domanda, le persone giuste sono in Parlamento”. Si sa, la corsa per il Quirinale è un po’ come quella fatta per il Vaticano: chi entra Papa in conclave esce cardinale. Sarà così anche per Draghi?

In attesa che i tempi si facciano maturi, la possibilità di vedere l’ex banchiere di Goldman Sachs come Capo dello Stato scuote in molti. Soprattutto chi è entrato in Parlamento proprio per ribaltare le logiche che Draghi porta avanti da una vita, ora potrebbe imbattersi nello scenario peggiore. Una prospettiva che sta cercando di scongiurare all’interno della Camera il deputato Pino Cabras, esponente di “L’Alternativa c’è”. Intervenuto ai microfoni di Fabio Duranti, insieme a Francesco Vergovich, l’ex portavoce dei 5 Stelle ha svelato in diretta la sua teoria su un possibile approdo di Draghi al Quirinale.

Ecco l’intervista a Pino Cabras a Un Giorno Speciale.

Le reazioni all’intervento alla Camera

“Ho ricevuto moltissimi messaggi da parte di cittadini di tutta Italia, davvero centinaia di messaggi. Alcuni drammatici, di persone che si troveranno a fare delle scelte difficili sul proprio lavoro. Altri invece si sono sentiti incoraggiati. Ho sentito una vibrazione di una parte ancora minoritaria della popolazione italiana, ma che non vuole più accettare dei soprusi. Questa parte va organizzata per resistere rispetto ai soprusi. Questi segnali sono positivi”.

L’alternativa al Governo Draghi

“Io sono stato buttato fuori dal Movimento 5 Stelle, sino all’ultimo ho tentato di cambiare le cose. Ho votato contro il Governo Draghi. In un momento in cui Grillo diceva che Draghi era diventato grillino mi sono accorto che Grillo era diventato draghiano e a quel punto le nostre strade si sono divise. Quindi la strada deve essere lontana dal mondo dei governi tecnici, che ripropongono le solite ricette fallimentari che hanno determinato un declino di 30 anni dell’Italia”.