Ivermectina sul banco degli imputati. Il farmaco ritenuto vincente contro il Covid da diversi medici che lo hanno usato per guarire precocemente i loro pazienti, ora si trova al centro del dibattito. “Cura da cavallo” oppure ancora “antiparassitario per bovini, ovini e suini” le descrizioni fatte della terapia in questione.

Ostracizzata da chi spinge verso una sola soluzione possibile, quella dei vaccini, questa cura è finita nei giorni scorsi nel mirino di una trasmissione televisiva: Zona Bianca. In una recente puntata andata in onda in prima serata su Rete4 il conduttore Giuseppe Brindisi ha presentato un focus tutto orientato verso il discredito dell’Ivermectina. All’interno dello spazio dedicato all’argomento presenti approfondimenti e commenti che sono andati in un’unica direzione (con l’eccezione del solo Diego Fusaro, presente in studio in difesa della parte controcorrente).

Al di là del singolo episodio televisivo, quello che colpisce è il vigore con il quale un intero sistema si è schierato in poco tempo contro una cura che ha dimostrato sul campo la sua efficacia. Ne ha fatto le spese in prima persona il dottor Satoshi Ōmura, vincitore del premio Nobel per la medicina nel 2015 grazie al suo lavoro, realizzato insieme al William C. Campbell, che ha portato allo sviluppo dell’ivermectina. Ōmura è una delle più illustri vittime della censura mediatica in quanto si è visto rimuovere, in nome della “violazione delle linee guida della community di YouTube”, un discorso sul farmaco che gli è valso il Nobel.

In questo senso va segnalato anche ciò che è accaduto su Wikipedia con la pagina dedicata all’Ivermectina. Tutti coloro che si sono serviti dell’enciclopedia online per cercare informazioni sulla cura precoce prima dello scorso 11 settembre hanno potuto leggere quanto segue: “L’ivermectina è stata scoperta nel 1975 ed è entrata nella pratica medica nel 1981. Compare nella Lista delle Medicine Essenziali dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, lista in cui compaiono i medicinali più sicuri ed efficaci di cui un sistema sanitario dovrebbe disporre”. Ma se la stessa operazione viene fatta oggi il risultato è ben più negativo nei confronti del farmaco, considerando l’aggiunta di questa nota: “Durante la pandemia di Covid-19 il farmaco è stato al centro di diversi episodi di disinformazione in merito alla presunta efficacia dell’ivermectina nel trattamento della Covid-19. Tali affermazioni sono, tuttavia, del tutto prive di fondamento scientifico”. Il confronto tra le due versioni si può facilmente verificare attraverso il sito “Wayback Machine – Internet Archive”, che riporta alla pagina di Wikipedia prima dell’aggiornamento.

Il processo mediatico compiuto ai danni dell’Ivemerctina è stato oggetto di riflessione in diretta con Fabio Duranti, Alessandro Meluzzi e Diego Fusaro a Un Giorno Speciale.