Il ministro dal sempre pensoso sguardo Roberto Speranza ha ammesso nei giorni scorsi che solo con il 90% della popolazione benedetta con il santissimo siero, si potranno evitare nuovi lockdown. Si tratta di un modo larvato per dirci che anche con le santissime benedizioni non finirà affatto l’emergenza. Lo sappiamo, è la nuova normalità, un inedito modo di governare le cose e le persone, una nuova razionalità politica del tardo capitalismo che si è mutata in capitalismo terapeutico. Quando tutti o quasi saranno benedetti con il santissimo siero, si parlerà di nuove varianti esotiche e dunque di nuovi inevitabili cicli di benedizione con il santissimo siero, e così via. Lo abbiamo capito: la salvezza è sempre una dose più in là, come la nostra libertà è sempre qualche dose più indietro.

In Israele si parla già apertamente di possibile quarta dose. Come dissi l’altra volta, la salvezza davvero non arriva mai secondo il ciclo funesto della forma merce, la merce che appare all’orizzonte con la promessa di salvezza, quando sparisce nel consumo genera un inedito bisogno di salvezza sempre rinnovato legato alla nuova merce, e così via in un circolo che non si compie mai. E intanto Giorgetti, il principale garante della permanenza della Lega entro i perimetri blindati del neoliberismo, ha detto che prevede un’estensione dell’infame tessera verde.

L’infame tessera verde non è una scocciatura passeggera, ma una carta d’identità del suddito del leviatano terapeutico, il nuovo documento di controllo bio-politico permanente degli abitatori del capitalismo terapeutico. Il nuovo metodo di governo delle cose e delle persone si fonda sull’emergenza perpetua e quindi altresì sulle perpetue misure di emergenza. La normalità è qualcosa è appartiene al passato: ci dicono che si tornerà alla normalità non appena finirà l’emergenza, che però ha la spiacevole tendenza a non finire mai.

Questo è il punto fondamentale per capire la riorganizzazione planetaria del modo capitalistico della produzione che sta prendendo forma grazie all’impiego tutt’altro che neutro dell’emergenza sanitaria, la quale è amplificata dal discorso dominante e dal blocco oligarchico-liberale. Non sono mai state fornite le tabelle e i parametri alla luce dei quali dovrebbe dirsi finita l’emergenza. Allora chiediamo sommessamente: quando, su quali precise basi, con quali precisi parametri e per bocca di chi, potrà essere un giorno finita l’emergenza? Non si dimentichi il caso della Nuova Zelanda. Così leggo su Il Fatto Quotidiano del 25 agosto 2021:Nuova Zelanda in lockdown dopo un solo positivo al Covid”. Vi è davvero di che riflettere e forse anche vi è da cominciare seriamente a nutrire qualche dubbio, che è poi la via principale per poter uscire presto o tardi dal lockdown cognitivo nel quale i più sono ancora rinchiusi.

RadioAttività, lampi del pensiero con Diego Fusaro