Occorre svolgere, credo, qualche ulteriore riflessione intorno alla discriminazione posta in essere dall‘infame tessera verde e occorre farlo in ragione del fatto che ormai sembra si stia imboccando un piano inclinato che ci sta conducendo verso la notte che non ha mattino. I più stanno accettando con stolta letizia la tessera verde perché hanno accettato ormai da tempo la retorica, la razionalità sociopolitica, il logo medico-scientifico, quali fondamenti del nuovo metodo di governare le cose e le persone. I più dicono che la tessera verde è buona dacché serve a fare ripartire l’economia e soprattutto giova a salvaguardare la salute, a proteggere le vite.

La discriminazione ripugna alla ragione e chiede di essere sempre combattuta, i più la stanno accettando con ebete euforia, semplicemente in ragione del fatto che la discriminazione, viene oggi presentata, questo il punto nodale, con l’usuale linguaggio medico scientifico e con la retorica usuale del “serve a salvare le vite”. La discriminazione è ripugnante sempre anche se presentata con il placet del medico. Abbiamo capito già da tempo che il nuovo regime che sta prendendo forma, il leviatano tecno-sanitario, è un regime protettivo, che se ci toglie libertà e diritti, dice di farlo per proteggere la nostra vita, per garantirci la sicurezza, proprio come il Leviatano messo a tema da Tommaso Hobbes requisiva libertà e diritti garantendo in cambio securitas. Analogamente questo, il nuovo Leviatano tecno-sanitario, ci pone in una condizione di sottrazione incessante di libertà e di diritti dicendo di farlo per garantirci la sicurezza del Bios, la bio-sicurezza.

Noi sappiamo che ciò che è ripugnante lo è sempre, ciò che è falso lo è sempre, con buona pace del discorso medico-scientifico che può essere utilizzato come giustificazione. Il fatto cioè che impedire le assemblee pubbliche si un gesto repressivo resta vero a prescindere dal fatto che a suggerirne l’applicazione sia il discorso medico-scientifico. Il fatto che imporre il confinamento domiciliare sia una misura repressiva degna di essere contestata resta vero a prescindere dal fatto che a proporlo sia il discorso medico-scientifico. Infine il fatto che la discriminazione sia una pratica infame che deve essere contestata resta vero e incrollabile a prescindere dal fatto che sia giustificato con il discorso medico-scientifico.

Diciamolo ancora più esplicitamente, la discriminazione è ripugnante sempre e comunque, sempre va contestata in nome dell’idea di un’umanità d’individui ugualmente liberi o se preferite in nome di una comunità umana composta da individui solidali, liberi e fraterni, che non si rechino nocumento a vicenda. Sta prendendo forma il ritorno della discriminazione a norma di legge in Europa, una sorta di apartheid terapeutico che reintroduce forme di abominevole giustificazione con il lessico medico-scientifico, lessico che ha invece una funzione ideologica di giustificazione di un potere, di un bio-potere che utilizza l’emergenza perpetua come metodo di governo e il lessico medico-scientifico come super-struttura ideologica di giustificazione.

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