Sull’Afghanistan le Nazioni Unite facciano squadra invece di lasciarsi trasportare dai singoli egoismi

Tocca ancora occuparci di questa faccenda dell’Afghanistan. Effettivamente molto più competenti di me discutono se sia possibile o no, se abbia un senso o no, se sia giusto oppure no esportare democrazia occidentale in altri posti. Naturalmente le opinioni sono disparate. Quello che però colpisce adesso è questa gran massa di persone che non può rimanere nel proprio paese perché vede minacciata la propria integrità personale, non tanto i beni, che già sono spariti, o cose meno concrete di un corpo.

Come si fa? Qualcuno dice: ‘Dovrebbero riassorbirli i paesi vicini‘. Ma se fosse così, lo stesso criterio dovrebbe essere applicato a noi. Dunque saremmo noi a doverci sormontare la maggior parte dei migranti perché, oggettivamente, siamo i più vicini alla Libia. No, evidentemente qui è una questione più generale che ho già iniziato ad accennare e che voglio continuare ad accennare. Qui ci vogliono organismi multilaterali. E’ cioè l’Organizzazione delle Nazione Unite che deve caricarsi il peso di queste situazioni e anche la decisione politica di come gli altri paesi, coordinati dall’ONU, possano semmai intervenire in questi casi.

Il monolateralismo, cioè l’intervento di un solo Stato, è quello che ha provocato i disastri criptofascisti degli Stati Uniti nel corso degli anni in Sud America per esempio. Per non parlare dei disastri apertamente comunisti dell’Unione Sovietica in altro periodo e, in qualche modo, anche quelli cinesi. Se lasciamo un solo paese decidere, quello decide solo per la sua convenienza e questo poi non significa che sia la convenienza di tutti.

Però l’Organizzazione delle Nazioni Unite è strutturata in maniera tale che non si riescono a prendere decisioni all’unanimità e il diritto di veto impedisce, di fatto, di avere anche profili di condanna morali o di intervento concreti. Credo che forse dovremmo occuparci di modificare un po’ lo statuto, l’organizzazione e la funzionalità delle Nazioni Unite, se vogliamo cominciare ad affrontare questi problemi. Ricordo a tutti che quando non ci sono le guerre entro il 2050 sono previsti 240 milioni di profughi ambientali in giro per il mondo, insieme a quelli politici. Come si farà a fronteggiare tutta questa massa di persone se non ci coordina? Mica può finire a barricate e a buttarli in mare?

GeoMario – Cose di questo mondo, con Mario Tozzi