Continua il dibattito sull’obbligo del green pass. Nuovamente sotto osservazione i criteri logici e sanitari alla base del patentino vaccinale. Basandosi sulla netta divisione tra vaccinati e non vaccinati, il green pass garantisce una premialità sociale per coloro che si sono sottoposti alla vaccinazione. Al contrario sono previste misure di limitazione per i non vaccinati. La causa di tale provvedimenti sarebbe dettato dall’effetto protettivo del siero vaccinale. Ma le cose stanno veramente così?

Il medico Andrea Stramezzi al microfono di Fabio Duranti rivela la debolezza della logica del green pass: “È passato il concetto che siccome c’è il vaccino la gente può stare tranquilla. È un errore, anche i vaccinati devono mantenere le distanze”. Per il dott. Stramezzi l’unico strumento per garantire l’effettiva assenza di contagio è il tampone. La vaccinazione come dimostrato dai dati clinici non potrebbe essere considerata infatti assicurazione certa dell’assenza dell’infezione. “Io mi fido di più di uno che ha fatto il tampone ieri piuttosto di uno che si è vaccinato due mesi fa o tre mesi fa. Perché quello nessuno lo controlla, non va a fare il tampone. Sugli aerei ci sono tutte persone che hanno il green pass, ebbene è pieno di casi quindi è evidente che non erano quelli con il tampone negativo. Se hai un tampone negativo non sei contagioso. Mi fido di più di un green pass sul tampone che sul vaccino”. Potenzialmente vaccinati e non vaccinati potrebbero essere entrambi affetti da Covid-19, dunque contagiati e contagiosi. Il green pass su base vaccinale perderebbe allora il suo senso logico portando alla negazione delle misure di limitazione sociale dei non vaccinati. Perché allora non garantire un servizio di tamponi gratuito, sicuro ed efficiente?

Il medico Andrea Stramezzi ai microfoni di “Un giorno speciale”.