Pregi e difetti di un mondo virtuale. Lo sviluppo delle tecnologie che ormai tutti usano quotidianamente e portano in giro dovunque ha avuto l’apparente merito di “democraticizzare” la società, aprendo le porte della libertà di pensiero e parola a chiunque ne senta la necessità. Una possibilità di espressione che con il passare dei giorni si è scoperta meno larga di ciò che si pensava. Nonostante gli strumenti digitali abbiano le potenzialità per garantire a tutti di esternare la propria opinione, da un po’ di tempo proprio nella rete, sui social, circola velenosa la spada di Damocle della censura.

Tante le “vittime” anche di caratura internazionale ad essere state colpite da un ban o da una sospensione del proprio profilo digitale. Video che vengono bloccati, testi che vengono eliminati: queste le pratiche di silenziamento più frequenti. Una condotta dai contorni giuridici non ancora definiti, nonostante il comportamento assunto dei social possa essere in contrasto ai principi liberali sanciti da uno Stato sovrano.

In casi come questo la domanda più frequente è: cosa aspetta il legislatore a porre rimedio a un presunto vuoto normativo? Problema che secondo Fabio Duranti, intervenuto in diretta ai microfoni di Stefano Molinari, si potrebbe risolverebbe in pochi minuti elaborando una “regola internazionale, ma anche regola europea, ma anche regola dei singoli Paesi: nei social non ci vai se non sei identificato“. Eppure c’è qualcosa che trattiene la politica dall’agire.

Ecco il commento di Fabio Duranti a Un Giorno Speciale.

“Per i social bastavano due minuti. Regola internazionale, ma anche regola europea, ma anche regola dei singoli Paesi: nei social non ci vai se non sei identificato. È molto semplice. E quello che dici è tua responsabilità. Non c’è bisogno delle censure di Google e di Facebook. Ma qui però c’è un altro aspetto che noi dobbiamo analizzare molto bene. Noi diciamo state attenti a questa gente: sono i futuri nazisti, anzi lo sono già. Sono i presenti nazisti, sono gli attuali nazisti. Perché loro vogliono essere i poliziotti del mondo.

A Google, a Facebook non interessa guadagnare soltanto dal fare i provider di altri. No, loro vogliono il potere di determinare quello che tu puoi dire e quello che tu non puoi dire. Cioè, il vero potere: il governo, il dominio delle persone, delle idee delle persone, la cancellazione degli ideali, la cancellazione della scienza e del diritto. Questo vogliono”.