Vado da tempo sostenendo che l’immunità più importante da raggiungere è l’immunità dal gregge, come del resto vado altresì sostenendo da parecchio tempo che occorre compiere il prima possibile l’esodo dal lockdown cognitivo. Sono in lockdown cognitivo coloro i quali continuano ad affidarsi alla narrazione dominante, quella creata ad hoc dagli armigeri del nuovo capitalismo terapeutico, con un solo obiettivo: fare si che i novelli prigionieri dell’antro platonico caliginoso anziché essere animati da desideri di migliori libertà ed emancipazione amino le proprie catene convinti che non si dia altro mondo rispetto al quello nel quale sono tenuti reclusi.

Ebbene sono fermamente convinto che i più siano in lockdown cognitivo soprattutto se pensano che quel che sta accadendo sia semplicemente un’emergenza sanitaria e non anche una riorganizzazione radicale del modo di governare le cose e le persone. I più sono in lockdown cognitivo se ritengono che, per fare salva la vita, si possa rinunciare alla libertà senza capire che la vita o è libera o non è. Pensare che vi sia da una parte la libertà e dall’altra la vita significa commettere un errore concettuale gravissimo perché ripeto la vita o è libera o non è. Chi nella storia dell’Occidente, dalla Termopili ad oggi, si è sacrificato in nome della libertà lo ha fatto ben sapendo che senza la libertà è perduta anche la vita.

Sono in lockdown coloro i quali pensino che il potere e l’economa non c’entrino nulla per quel che sta accadendo da un anno e mezzo a questa parte, ciò proprio mentre stanno evaporando le democrazie parlamentari sostituendo da task forces, da comitati, da tecnici, da esecutivi forti e proprio mentre i colossi e-commerce, big-tech e big-pharma stanno facendo profitti come mai prima. Ancora sono in lockdown cognitivo coloro i quali reputano che tutto finirà presto quando invece l’emergenza permanente è la nuova normalità. Sono il lockdown cognitivo coloro i quali pensano che l’emergenza colpisca tutti ugualmente mentre le classi lavoratrici e i ceti medi stanno in realtà affondando mentre i colossi del capitale si potenziano ogni giorno di più. Siete in lockdown cognitivo ancora se immaginate che obbedendo cadavericamente tutto finirà, mentre tutto continua appunto perché voi obbedite cadavericamente. Siete in lockdown cognitivo se credete che le norme proposte dei medici, dal lockdown al divieto di assemblea, siano solo norme mediche e non anche norme autoritarie di riorganizzazione verticistica della società.

Siete in lockdown cognitivo se pensate che banchieri, top manager, finanziari e liberisti di ogni ordine e grado agiscano per la salute pubblica e per l’interesse generale. Siete in lockdown cognitivo se ritenete che il siero benedetto sempre laudando in saecula saeculorum vi riporterà celermente alla normalità senza capire che la nuova normalità prevede sempre nuove benedizioni per i prossimi anni. Siete in lockdown cognitivo se reputate che il diritto alla salute possa far sparire d’incanto tutti gli altri. Siete in lockdown cognitivo se credete che gli apostoli del mercato, che hanno per vent’anni tagliato la sanità pubblica, quando vi dicono che la cosa più importante è la salute pubblica, ebbene voi credete a queste narrazione.

Siete in lockdown cognitivo se non capite che vi dicono che la salute è la cosa più importante solo quando si tratta di limitare libertà e diritti, non quando si tratta di far investimenti nella sanità pubblica. Siete in lockdown cognitivo se pensate che la scienza siano i 5-6 medici televisivi convocati ogni giorno a ripetere senza contraddittorio la stessa narrazione dell’emergenze infinita e delle misure stringenti ineludibili. Siete in lockdown cognitivo se non capite che la tessera verde serve a discriminare chi non giuri fedeltà al leviatano tecno-sanitario e soprattutto a trasformare i tesserati in sudditi controllati in modo totale e totalitario. In ultimo siete in lockdown cognitivo se non capite che per dimostrare di essere liberi dovete ogni volta esibire una tessere verde allora vuol dire che non siete affatto liberi.

RadioAttività, lampi del pensiero con Diego Fusaro