Infine arrivò la tessera verde, l’infame marchio della discriminazione, l’orrenda tessera che trasforma chi ne sia munito in suddito sorvegliato panotticamente in modo totale e totalitario del suo sovrano tecno-sanitario. La tessera verde è già diventate realtà. Potremmo dire tranquillamente che i peggiori incubi si stanno realizzando e che Orwell ogni giorno di più appare semplicemente un dilettante. Leggiamo a tale riguardo e da più parti che color che non si lasciano benedire dal sempre laudando siero percepiscono la libertà come libertà di far prosperare la pandemia. Con questo argomento vi toglieranno fino all’ultima libertà. Basterà associare l’idea di libertà a quella di contagio e il gioco sarà fatto.

Per prevenire i contagi si potranno rimuovere le libertà, tutte le libertà, perché in fondo se si pensa e si ammette che la vita venga prima prima di tutto e sia il bene supremo diventerà semplicissimo sacrificare tutte le libertà in nome della vita, senza capire che una vita senza libertà semplicemente non è vita. Anche la Chiesa di Roma, come più volte ho avuto modo di sottolineare, si è indegnamente piegata alla nuova religione terapeutica, ne è divenuta ancella, e così facendo ha tradito ancora una volta se stessa. Potremmo senza esagerazioni dire che ormai, con il pontificato di Bergoglio in forma compiuta, la chiesa di Roma si è sciolta nell’ateismo liquido della civiltà dei consumi, è divenuta una fede low cost a tal punto che diventano indistinguibili tra loro la figura del buon consumatore e del buon cristiano. La Chiesa di Roma si è piegata, come dicevo, alla nuova religione terapeutica divenendo ancella, ha metabolizzato il principio primissimo della nuova religione terapeutica quello per cui la salus come salvezza coincide con la salus come salute. In nome della salute, nuovo fulcro della religione terapeutica, tutto può essere sacrificato, non soltanto la libertà e di diritti ma financo la fede. Se si tratta di salvare la vita allora diventa possibile rinunciare a tutto, perfino alla cura delle anime. Abbiamo visto in questi mesi tormentati dell’emergenza epidemiologica che da subito è stata anche una emergenza spirituale oltre che economica, sociale e politica.

Abbiamo visto quello cha mai avremo voluto vedere, le messe via streaming, la rinuncia a somministrare l’estrema unzione ai malati. Insomma per fare salva la vita si è messa tra parentesi al fede, la cura dell’anima è stata sacrificata in nome della cura del corpo. Non stupisce che in questi giorni a Casale Monferrato in Piemonte sia comparsa affissa fuori da una chiesa una locandina che così testualmente recitava “Chi non è vaccinato costituisce grave pericolo. Non è gradito in questa Chiesa”. Ne dà notizia anche Repubblica rotocalco turbo-mondialista, voce del padronato cosmopolitico. E dire che la storia del cristianesimo è storia di persone, da Cristo a San Francesco, che abbracciano i lebbrosi, che li guariscono, ed entrano in contatto con loro. ben sapendo che l’elemento più importante da salvare è l’anima, in nome della salvezza dell’anima si può anche sacrificare all’occorrenza la salute del corpo.

Ebbene se sembra che questo messaggio fondativo del cristianesimo sia stato completamente abbandonato dai nuovi esponenti dell’odierna Chiesa ormai in balia dell’ateismo liquido e del relativismo nichilistico. Quel relativismo nichilistico che non soltanto rende la Chiesa indistinguibile da ogni altra agenzia della civiltà dei consumi e sempre più fa apparire lo stesso pontefice indistinguibile da un qualsivoglia segretario di partito progressista arcobaleno. Ma quella stessa Chiesa, dicevo, che non ha più altro messaggio, altra verità da comunicare e da difendere se non quelle della ragioni della scienza e del nuovo dogma tecno-sanitario per cui la vita e la salute vengono prima di tutto anche prima della fede e per proteggerle bisogna essere pronti a rinunciare a tutto compresa la fede, compresa l’anima.

RadioAttività, lampi del pensiero con Diego Fusaro