Il pensiero originario di Tucidide nel discorso di Pericle agli ateniesi è un ragionamento che ci porta alla mente il fatto che abbiamo perso il significato di democrazia. Così, tecnici che per anni hanno risposto a dichiarati interessi internazionali privati, collocati in centri di potere apparentemente democratici, potrebbero realizzare norme a vantaggio di lobbies internazionali. Dimenticano le basilari leggi di democrazia che vorrebbero che sia il popolo al governo e non un tecnico. Il tecnico deve eseguire alla lettera il volere del popolo e non guidarlo forte di un’incontestabile supremazia intellettuale. Questo è il cuore del mio pensiero.

Oggi assistiamo in molte discipline, non solo in economia, a una presunta superiorità della scienza sul volere popolare. E quindi si dice che quando parla la scienza, il popolo deve tacere. Questo approccio in democrazia non è consentibile perché il popolo deve ordinare perentoriamente ad un governo quello che il popolo stesso vuole e il Parlamento deve eseguire la volontà del popolo. Questi sono i principi che abbiamo dimenticato. Il popolo è sovrano. Questo c’è scritto nella Costituzione italiana. Il senso della democrazia è “governo del popolo” che decide e comanda. Non è che il governo, soprattutto se tecnico, può prendere una direzione diversa pensando e dichiarando di fare il bene del popolo.

Se il popolo non è d’accordo, non va bene: in democrazia decide il popolo. Diciamolo chiaramente: stiamo abbandonando il sistema democratico. Viviamo in anni in cui diciamo: se parla l’economista, lo scienziato eccetera bisogna star zitti perché ha la verità in tasca. No, ha la sua verità in tasca e cercherà di portare la rotta nel suo personale interesse che poi gravita attorno a quelli che sono facenti parte del suo entourage. La democrazia, invece, è il volere della maggioranza popolare.

Malvezzi Quotidiani, comprendere l’Economia Umanistica con Valerio Malvezzi